METROLOGIA classica (dal gr. μέτρον "misura" e il suffisso logia delle scienze)
È lo studio dei sistemi metrici e monetarî usati dagli antichi. È scienza storica in quanto studia l'evoluzione dei sistemi metrici antichi, dalle unità di misura primitive, tolte dal corpo umano (piede, cubito, ecc.), fino a sistemi più evoluti, ed esamina gl'influssi esercitati da un popolo sull'altro, in relazione alle contingenze storiche che li determinarono; è scienza descrittiva in quanto enumera e descrive i sistemi stessi. Essa offre così un prezioso contributo per ritrarre l'evoluzione economica e sociale dei varî paesi; a questo scopo deve distinguere le misure locali, più conservative, da quelle ufficiali, nate dall'adattamento di sistemi più antichi a nuove esigenze pratiche, e disciplinate dai legislatori. Caratteristica delle misure ufficiali è quella di formare sistemi chiusi, cioè con rapporti semplici tra le unità lineari e ponderali (Dörpfeld) e tra quelle di volume e di capacità (Bockh).
Per i sistemi metrici si può fare il ragguaglio in misure nostre, quando le fonti ci informino a sufficienza, e permettano di tener conto delle oscillazioni di valore subite col tempo. Pure, a risultati precisi non sempre si giunge per le misure di lunghezza e di superficie, per difetto d'informazione o perché (almeno per la Grecia) esse avevano scarsa importanza: solo i Romani, con la misurazione delle loro strade e con le importantissime delimitazioni dell'ager publicus spartito tra i privati, crearono sistemi più definiti. Per il piede attico si è tentato, ma con scarso successo (Dörpfeld, Athen. Mitt., XV, p. 167 segg.), di ricavarne la misura dalla lunghezza di parti dell'Eretteo (pareti, architrave, ecc.), indicata da un'iscrizione (Corp. Inscr. Attic., I, 322, ora = Inscr. Graec., I, 372) confrontandola con la lunghezza effettiva, ciò che è in buona parte possibile per lo stato di conservazione dell'edificio. Ma i diversi raffronti conducono a cifre assai oscillanti, che dimostrano la poca esattezza della fonte e risalgono a cause non facilmente determinabili.
Problemi ancor più complessi presenta lo studio della monetazione antica. Esso non procede immediatamente dai risultati acquisiti alla numismatica, ma, oltre al peso e alla qualità del metallo, deve valutare molteplici fattori. Un ragguaglio in monete nostre è non di rado impossibile: il potere d'acquisto soggiace a una valutazione comparativa del costo delle diverse merci, che varia del tutto da un'età a un'altra. Inoltre il rapporto tra multipli e sottomultipli non è sempre costante nell'antichità greca: per esempio, si è erroneamente creduto per molto tempo che la mina si dividesse sempre in 100 dramme, mentre Aristotele ('Αϑ. πολ., X, 2), per l'Atene presoloniana, e alcune iscrizioni, per Delfi e altre località, parlano di mine di 70 dramme. Quindi è impossibile, come tuttavia si è tentato di fare, costruire per ogni città un sistema monetario partendo dal valore della dramma, visto che questo poté essere diverso, corrispondendo a frazioni diverse di una stessa mina (De Sanctis, 'Ατϑίς, 2ª ed., pp. 222-224).
Fonti archeologiche per gli studî di metrologia sono le misure destinate agli usi pratici e le monete che gli scavi hanno restituito; va tenuto conto dell'approssimazione con cui i pezzi possono riprodurre le misure campione, e dell'eventuale loro deterioramento, che ne abbia alterato il peso o le dimensioni.
Fonti letterarie greche sono, oltre storici come Erodoto, o scrittori di politica come Aristotele, molti autori che, dall'età alessandrina in poi, trattano di proposito la materia (metrologi) o ne fanno parte integrante della propria disciplina (matematici, gromatici, medici che indicano in peso le dosi dei loro rimedî). Dei metrologi vanno ricordati a parte gli autori di tabulae, specie di prontuarî, tra cui le importantissime tabulae Heronianae, di età probabilmente greco-romana, dovute a uno (non è certo quale) dei varî Eroni che si occuparono di metrologia. Molto più scarse le fonti latine: i gromatici, e poi Festo, Paolo, Prisciano, e sopra tutti Volusio Meciano, giurista e autore di una Distributio sulle partizioni dell'asse o solido (sec. II d. C.).
Gli studî moderni di metrologia classica s'iniziarono nel '500 col Budé (De asse et partibus eius) e con Leonardo de Portis (De sestertio, pecuniis, ponderibus et mensuris antiquis). Pur fra errori di metodo e imprecisione di notizie, questi e gli autori successivi ebbero il merito di raccogliere e avviare a sistema un ricco materiale; se un progresso sensibile si ebbe alla fine del '700 per opera di dotti specialmente francesi, solo nel 1838 segnarono una tappa decisiva per rigore di metodo le Metrologische Untersuchungen del Böckh, opera che fu presto proseguita e superata dalla Metrologie del Hultsch (1862; 2ª ediz., 1882). Questa è ancora oggi classica, ed è l'opera più seria e approfondita. In Italia, di metrologia antica si occupa oggi di proposito Angelo Segrè.
Bibl.: F. Hultsch, Griechische und römische Metrologie, 2ª ed., Lipsia 1882; H. Nissen, Griech. und röm. Metrologie, nel Handbuch der klass. Altertumswiss. di I. Müller, I, 2ª ed., Monaco 1892, p. 849 segg.; A. Segrè, Circolazione monetaria e prezzi nel mondo antico, Roma 1912; id., Metrologia e circolazione monetaria degli antichi, Bologna 1928. Per le fonti: F. Hultsch, Metrologicorum scriptorum reliquiae, Lipsia 1867.