metro
" Dicesi metro da ‛ metros ', graece, che in latino suona ‛ misura '; e quinci, propiamente parlando, i versi poetici sono chiamati ‛ metri ', per ciò che misurati sono da alcuna misura, secondo la qualità del verso ". Così il Boccaccio nella nota a If VII 33, dove sono descritti gli avari e i prodighi, che vanno gridandosi... loro ontoso metro - " Perché tieni? " e " Perché burli? ", v. 30 -; avvertendo tuttavia che " l'autore chiama ‛ metro ', non perché metro sia, ma largamente parlando, come... ogni orazione o brieve o lunga, misurata o non misurata, è chiamata metro ".
Degli altri commentatori, alcuni (Lana, Benvenuto, Buti, ecc.) accolgono l'interpretazione più stretta di " verso " (che ben si adatta anche a If XXXIV 10 il metto in metro), altri vi avvertono essenzialmente il ritmo (Chimenz), altri ancora, parlando di " cantilena " (Torraca, Scartazzini-Vandelli, Sapegno), o di " ingiuriosa canzone " (Andreoli, Del Lungo, Rossi; " anche canto, verso ", Mattalia), colgono nel termine un elemento musicale che certo non gli è estraneo: basti pensare a i' pur rispuosi lui a questo metro (XIX 89), dove c'è chi intende " musica " (Rossi; Mattalia), richiamandosi al mentr'io li cantava cotai note del v. 118; talché sembrano interpretazioni più scialbe e generiche quella del Vellutello (e poi Torraca: " modo "), o di Casini-Barbi (" maniera di parlare "; " ingiuriose parole ", al c. VII), o di Del Lungo e Sapegno (" tenore "), del Pagliaro (" tono ", in Lect. Scaligera I 654).
Essenzialmente come " misura ", " ritmo ", il sostantivo è sentito anche in Pd XXVIII 9, dove si paragona l'‛ accordo ' fra l'immagine e lo specchio che la riflette a quello di nota con suo metro.
Nota è intesa per lo più come " canto ", " parole cantate ", m. come " misura del tempo propria della sua melodia " (Scartazzini-Vandelli; analogamente Tommaseo, Torraca, Mattalia), " il ritmo; che può esser così del testo cantato, come della musica che l'accompagna " (Sapegno). Ma c'è anche chi non mette in luce, in m., l'elemento ritmico (" metro, l'armonia di cui il canto è rivestito, la musica secondo cui è cantato ", Casini-Barbi; " quando la musica [metro] riproduce... la stessa melodia del canto [nota]: condizione necessaria perché risulti perfetta l'identità fra i due termini della similitudine; sicché ogni altra interpretazione... - verso e nota musicale; parole e ritmo ecc. - risulta insoddisfacente ", Chimenz; Momigliano) e chi, per converso, non lo sente come ‛ musica ': " cioè come s'accorda la nota del canto colla sua parola ch'ella segna, o co la sua misura: la nota è lo segno, e lo metro è la cosa segnata " (Buti; Rossi; meno chiaro qualche altro).
Ancora " misura ", ma vista come " dimensione ", in Pg XXVII 51 lo 'ncendio sanza metro, " smisurato ".