IONICI, METRI
. I teorici antichi compresero sotto la denominazione di ionici due tipi ritmici assai diversi: a maiore (--⌣⌣) e a minore (⌣⌣--). Solo il secondo rispondeva al carattere molle della canzonetta ionica da cui dovette venirgli il nome. Ma quel tipo + di canzonetta, di cui abbiamo un saggio in Aristofane, Eccles., 883 segg., poteva usare anche altri metri; e, d'altra parte, la base ionica a minore si rivelò adatta anche a forme di lirica delicata e sentimentale, e fu usata dai più celebri poeti melici. Basti qui ricordare il verso anacreonteo del tipo δότε μοι δότ' ὦ γυναῖκες (cfr. Com'è bella giovinezza) e le composizioni "a sistema", cioè a serie indefinita come Miserarum est neque amori... (Orazio, III, 12). La base a maiore si trova quasi sempre alternata e fusa con piedi di ritmo affine, specialmente trochei e coriambi, dando origine a parecchi tipi di versi (per lo più usati come ingredienti di composizioni meliche), che i teorici battezzarono coi nomi di telesilleo, cleomacheo, prassilleo, ecc. Dei versi composti con la base a minore merita di essere ricordato il galliambo, di cui abbiamo un esempio celebre nell'Attis di Catullo.
Bibl.: U. Wilamowitz-Moellendorff, Griechische Verskunst, pp. 336-345, Berlino 1921; N. Festa, Ricerche metriche, Palermo 1927, p. 125.