METRAGIRTI (Μητραγύρται)
I Metragirti costituirono il gruppo più numeroso di quelle comunità di pseudo sacerdoti, ciarlatani e mendicanti, assai diffusi, e, in certi luoghi e tempi, anche assai influenti nell'antichità greco-romana e noti sotto il nome generico di agirti (ἀγύρται; da ἀγείρειν: cioè coloro che radunano la folla o che raccolgono le offerte). In gruppi numerosi, andavano di villaggio in villaggio e di casa in casa, pronunziavano sortilegi e scongiuri, compievano riti purificatorî ed espiatorî e chiedevano infine denari e cibi. I Metragirti, in particolar modo, si presentavano come sacerdoti questuanti della Gran Madre degli dei. Abbiamo notizia della loro esistenza in Atene poco dopo la metà del sec. IV a. C.; comparvero presto anche in Italia, dove però erano sorvegliati rigorosamente. Spesso si facevano seguire da animali feroci, istruiti a eccitarsi e a calmarsi, seguendo il suono dei loro strumenti (flauti e tamburi). Non si può escludere che un qualche elemento spirituale stia all'origine delle danze orgiastiche dei Metragirti: p. es., il desiderio di sciogliere l'anima dai legami della materia (Cumont).
Rappresentazione d'una danza di Metragirti si è creduto da alcuni (Saglio) di poter riconoscere in una pittura murale del colombario della Villa Panfili e nel mosaico di Dioscuride.
Bibl.: P. Foucart, Les associations relig., Parigi 1873, p. 160 segg.; E. Saglio, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des antiquités, I, p. 169 seg.; A. Rapp, in Roscher, Lexicon der griech. und röm. Mythologie, II, i, col. 1657 segg.; L. Preller-C. Robert, Griech. Mythologie, I, p. 642 seg.; O. Gruppe, Griech. Mythologie, Monaco 1906, p. 1544 segg.; G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 317 segg.; P. Stengel, Griech. Kultusaltertümer, 3ª ed., Monaco 1920, p. 169 seg.; F. Cumont, Le relig. orient. nel paganesimo rom., trad. ital., Bari 1913, p. 54; F. Poland, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XV, col. 1471 segg.