metodo
mètodo [Der. del lat. methodus, dal gr. méthodos "la via della ricerca"] [LSF] Ogni procedimento volto alla conoscenza e alla sistematizzazione di ciò che via via si acquisisce, in base a criteri generali che assicurino non soltanto la significatività e la comunicabilità dei risultati, ma anche la riproducibilità e la verificabilità di essi. ◆ [FAF] M. analitico: (a) in contrapp. a m. sintetico, procedimento che tenga conto singolarmente di tutti i fatti; (b) procedimento che si traduca in un procedimento di calcolo. ◆ [FAF] M. assiomatico: procedimento di strutturazione di una teoria matematica o fisica secondo canoni precisi di rigore e completezza, consistenti nel fissare concetti e proposizioni primitive da cui altri concetti e proposizioni possono essere ricavati come teoremi mediante dimostrazioni: v. assiomatizzazione: I 180 e. ◆ [FAF] [ALG] [ANM] M. costruttivo: quello che non soltanto individua la possibilità di risolvere i problemi, ma indica anche le vie per la loro risoluzione. ◆ [ANM] M. delle caratteristiche: v. equazioni differenziali alle derivate parziali: II 442 e. ◆ [MCC] M. diretto della similitudine: v. similitudine meccanica: V 193 d. ◆ [ALG] [ANM] M. grafico: ogni procedimento che si avvalga di costruzioni geometriche o, generic., del disegno per risolvere un problema analitico, lo stesso che calcolo grafico: → grafico. ◆ [TRM] M. impulsivo: v. conduzione termica: I 698 d. ◆ [FAF] M. induttivo: ogni m. che si basi sull'astrarre dalla realtà fenomenica determinati caratteri per costruire una teoria; è uno dei m. tipici della fisica: v. epistemologia: II 434 c. ◆ [FAF] M. morfologico: m. scientifico descrittivo consistente nella semplice rilevazione e registrazione delle forme degli oggetti esaminati. ◆ [FML] M. omogenei e non omogenei: denomin. di m. d'indagine della dinamica molecolare: v. dinamica molecolare: II 201 c. ◆ [TRM] M. periodico: v. conduzione termica: I 698 d. ◆ [FAF] M. scientifico: l'insieme di norme, direttive e convenzioni seguite nell'impostazione e nella conduzione della ricerca scientifica, in base a criteri generali di razionalità e obiettività che garantiscano non solo la significatività e la comunicabilità dei processi di acquisizione teorica, ma anche la riproducibilità e la verificabilità delle osservazioni su cui tali processi si basano. Tra i metodi scientifici si possono distinguere: (a) m. descrittivi, tipici del naturalismo antico e medievale, ma riproposti in diverse discipline in tempi successivi, che si limitano a fornire una descrizione dettagliata dell'oggetto d'indagine in base all'osservazione, diretta o indiretta, delle sue proprietà empiriche in condizioni naturali; (b) m. razionale, tipico, per es., della matematica, che si propone come mezzo per consentire alla ragione umana la conoscenza, la definizione e la trattazione di enti e principi universali con le loro implicazioni logiche e teoretiche; (c) m. sperimentale, uno dei m. principe della fisica, che si basa sull'osservazione diretta dei fenomeni e, specific., su interventi intesi a riprodurre, in modo opportunamente semplificato e mediante l'uso di apparati appositamente progettati e realizzati, le condizioni in cui si verificano determinati fenomeni al fine di sottoporre a controllo (confermandole o confutandole) le previsioni teoriche; esempi di metodo sperimentale sono i m. di osservazione e misura, cioè le procedure di elaborazione (per lo più statistica) dei dati raccolti nella misurazione di determinate grandezze al fine di stabilirne il valore più probabile con il relativo intervallo di indeterminazione (errore di misura): v. epistemologia: II 434 d. ◆ [FAF] M. statistici: presuppongono la misurazione di aspetti quantitativi degli elementi analizzati e, mediante opportuni strumenti matematici (statistica e calcolo delle probabilità), si propongono di rilevare regolarità e leggi in fenomeni di massa apparentemente caotici.