metastasi tumorale
Riproduzione, nell’organismo, del processo tumorale, per distacco e migrazione a distanza di cellule neoplastiche e loro successiva fissazione e moltiplicazione nella nuova sede d’impianto. Questo processo ha la sua base nella carcinogenesi, ossia nella mutazione che comporta un’alterata attività dei geni preposti alla regolarizzazione della crescita cellulare. La cellula, trasformata, acquisita la capacità di proliferare illimitatamente, e di creare nuove strutture vascolari (➔ angiogenesi) che le permettono di nutrirsi, crescere e migrare in altri organi. Tutti i tumori, anche quelli più piccoli, possono immettere cellule nel circolo. Tuttavia per diventare m. t. clinicamente evidenti le cellule tumorali devono poter raggiungere i vasi più piccoli (capillari), impiantarsi nel nuovo organo e interagire con il microambiente circostante crescendo come tumori secondari.
Al momento della diagnosi, o dopo asportazione radicale del cancro, viene eseguita una stadiazione con indagini radiologiche specifiche (scintigrafia ossea total body, radiografia del torace, ecografia epatica, TAC total body, RMN, PET) per classificare l’estensione della malattia in localizzata o metastatica. La stadiazione così eseguita non rivela però se si è in presenza di micro metastasi, dette anche m. t. occulte perché non rilevabili al momento della stadiazione iniziale. Le micrometastasi sono ritenute responsabili delle ricadute che si registrano negli anni successivi alla diagnosi e cura di tumori diagnosticati anche in fase precoce. L’uso di terapie sistemiche in fase adiuvante o preventiva, quando si ipotizza il rischio di ricaduta anche in assenza di malattia metastatica evidente, ha migliorato significativamente la prognosi.
Le m. t. possono essere trattate con chemioterapia, radioterapia, terapie biologiche, terapie ormonali, terapie bersaglio quali quelle anti-angiogenetiche e anti-inibitori delle chinasi, da sole o in combinazione. La scelta del trattamento dipende dal tipo di cancro primitivo, dal sito di insorgenza, dalle caratteristiche del paziente (età, condizioni generali, patologie concomitanti), dal tipo di trattamenti già effettuati. Attualmente le metodiche più avanzate (PET, RMN) permettono di diagnosticare precocemente le m. t., prima dell’insorgenza di sintomi: se limitate per numero e localizzazioni (oligometastasi) sono possibili anche trattamenti invasivi ma focalizzati sulla localizzazione metastatica, in modo da permetterne l’eradicazione chirurgica, radioterapica, per ablazione con radiofrequenze, per embolizzazione.