METAPLASIA (dal gr. μεταπλάσσω "trasformo")
In biologia significa la trasformazione di un tessuto in un altro (R. Virchow); quando cellule sdifferenziate si evolvono in senso diverso da quello fissato dall'ontogenesi si parla di metaplasia. Per i tessuti dei Vertebrati superiori vige la legge della specificità cellulare, cioè che ogni cellula dà una cellula della stessa natura. Avviene però che per cause diverse, nutritive, nervose, meccaniche, chimiche, ecc., alterandosi le condizioni di vita e la loro specifica funzione, le cellule si modificano pur restando nei limiti della già segnata specificità cellulare (epiteliale, mesenchimale, ecc.). La metaplasia può avvenire direttamente per modificazione delle stesse cellule del tessuto o, più spesso, è preceduta da una sdifferenziazione a cui segue la differenziazione in senso diverso: per es., la trasformazione di un connettivo ordinario in connettivo mucoso o adiposo o in cartilagine o in osso; la modificazione di epitelî cilindrici in epitelî pavimentosi, stratificati, corneificati come le cellule epidermiche, ecc. Il processo metaplasico può tenersi in proporzioni ridotte e innocue o assurgere a carattere patologico quando s'estenda e s'aggravi: come per es. nelle leucoplachie, nella pachidermia della laringe, nell'ictiosi dell'utero.
Mentre nei tessuti animali il carattere primitivo delle cellule è talora irriconoscibile, nei tessuti vegetali questo è sempre rintracciabile, poiché non si possono avere sensibili variazioni di forma nelle cellule cambiate metaplasticamente a causa della solidità della membrana che è di natura cellulosica.