METAMORFOSI (dal gr. μεταμόρϕωσις "trasformazione"; ted. Verwandlung)
È, conforme all'etimologia, la trasformazione di un oggetto in un altro e soprattutto dell'uomo in animale, in pianta, in pietra, in astro e viceversa.
La mentalità dei primitivi, che non conosce i limiti logici del nostro raziocinio e che per giunta è fornita di esuberante fantasia, la quale crea un rapporto da un semplice accostamento o da una somiglianza, non prova ripugnanza alcuna ad ammettere come possibili fenomeni di tal genere, di cui abbonda la mitologia sia dei popoli primitivi sia dei popoli classici, il folklore e la letteratura sia popolare sia d'arte.
La trasformazione di un uomo (o di una parte di un uomo) in animale è la più frequente. Così nel poema babilonese di Gilgamesh, Ishtar muta il suo amante in uccello, nell'Odissea Circe trasforma in porci i suoi ammiratori; nelle Metamorfosi di Apuleio, Lucio è trasformato in asino per punizione e restituito a forma umana, come liberazione, per opera di Iside.
La trasformazione avviene sempre per opera di chi ne ha il potere (mago, stregone, ecc.) e istantaneamente, in seguito o a una parola magica, o a un contatto con la terra, o al tocco di una bacchetta magica, o alla degustazione di una pozione, ecc. Con lo stesso mezzo avviene il ritorno alla forma umana, spesso accompagnato da distruzione delle spoglie animali (pelli, penne, squame, ecc.). L'incorporazione in un animale è considerata reale anche se i due corpi rimangono visibilmente distinti; perciò l'essere che si trasforma in un animale è sottoposto ai medesimi rischi di questo. Così il mago degli Ekoi della Nigeria che, per far danno a un nemico, si trasforma in leone o leopardo o coccodrillo, subisce nel suo corpo umano la medesima sorte che tocca all'animale. Un caso ben noto è quello del cosiddetto "lupo mannaro" (v. licantropia) per cui l'anima di un lupo entra nel corpo di un uomo, specialmente nelle notti di plenilunio, e lo fa ululare e comportarsi a guisa di lupo; Petronio (Satyr., 62) narra il caso inverso, di un soldato che si trasforma in lupo dopo aver indugiato tra le tombe in una notte di plenilunio, s'interna ululando in una selva e ne esce presso l'abitato per dilaniare le pecore: rincorso e ferito, la ferita si ritrova il giorno seguente anche sul corpo del soldato.
Più rare sono le trasformazioni di uomini, o di parte di uomini, in piante; p. es., del sangue di Attis in violette, di quello di Adone in roselline: viceversa i denti del dragone ucciso da Cadmo, seminati, si trasformano in uomini armati. Nei misteri è spesso implicita la trasformazione simbolica dell'adepto nell'animale o nel dio patrono della confraternita: così gl'iniziati di Dioniso sono capretti, i luperci sono lupi.
Più frequenti, le trasformazioni di uomini in pietra sono spesso richiamate da una somiglianza esterna, ravvivata dalla fantasia. Così i cromlech sono considerati come una schiera di danzatori trasformati m pietra e gli alignements come i soldati pietrificati di un drappello che seguiva il suo capo. Sul Mar Morto, che gli Arabi chiamano il mare di Lot, viene riconosciuta in un cumulo bianco la moglie del patriarca, divenuta statua di sale.
Talora il potere di trasformare gli uomini in pietra è posseduto da un oggetto peculiare, p. es., dalla testa di Medusa (v. gorgone).
Va ricordata da ultimo la trasformazione di uomini in stelle (καταστερισμός) credenza che ebbe gran voga con il diffondersi delle dottrine astrologiche durante l'età ellenistica. Gli eroi del mito e i personaggi della storia divinizzati e quindi simili agli eroi (come Giulio Cesare), sono tutti saliti dopo morte a incorporarsi in una stella: Perseo, Andromeda, Chirone (il Sagittario), i Dioscuri (i Gemelli), ecc., a questi vanno aggiunti i catasterismi di animali: l'orsa, il leone, il toro, l'ariete, ecc.
Anche la metempsicosi (v.) si può considerare in fondo come un caso particolare di metamorfosi.
I casi sopra elencati appartengono alle credenze animistiche dei popoli primitivi, rimaste poi come sopravvivenza nel folklore operativo dei popoli colti. V'è poi tutta una serie di metamorfosi che avvivano i racconti sia dell'antica mitologia sia della fiaba e appartengono pertanto alla letteratura, culta o popolare. Quanto alla prima, basterà ricordare il poema di Ovidio (v.)