Messenia
Regione del Peloponneso sudoccidentale. La M. fu abitata nei tempi più antichi da popolazioni di stirpe arcadica, in stretta relazione, fino alla metà del 2° millennio a.C., con le civiltà del bacino adriatico meridionale; la tradizione attribuisce la conquista della regione ai dori, guidati da Cresfonte, nel 12° sec. a.C. La dorizzazione del Paese ebbe inizio, secondo alcuni storici, solo con la conquista spartana, che avvenne attraverso le guerre messeniche: la prima ebbe luogo al termine dell’8° sec. a.C., la seconda alla fine del 7°. Dopo la prima guerra, che durò vent’anni, i messeni dovettero rinunciare a ogni libertà e lavorare le proprie terre per gli spartiati. Alla fine del 7° sec. si ribellarono ma, dopo aver ottenuto iniziali successi sotto la guida di Aristomene, dovettero capitolare. Una nuova rivolta scoppiò nel 464 a.C. ca., in occasione di un terremoto che devastò la Laconia. Ancora una volta, dopo lunga resistenza nella fortezza di Itome, i messeni furono costretti ad arrendersi (455). In aiuto degli spartani Atene aveva inviato un contingente di opliti al comando di Cimone (462); il trattamento non amichevole ricevuto e il congedo successivo, disposto da Sparta, causarono il peggioramento dei rapporti tra le due poleis. Fallito l’ultimo tentativo insurrezionale, i messeni colonizzarono Naupatto (metà del 5° sec. ca.), con il favore degli ateniesi, e fondarono Tindari (395), con l’aiuto di Dionisio I di Siracusa. Dopo la battaglia di Leuttra (371), la regione, sottratta all’influenza spartana, riacquistò la sua autonomia. In età romana la M. fece parte della provincia di Acaia; nel Medioevo e nell’età successiva la storia della M. rientra in quella, più generale, del Peloponneso.