MEŠRŌP (pron. armena occidentale: Mešrōb), detto anche Maštoč, santo
Nato alla metà del sec. IV a Hasik, nella provincia di Tarōn, discepolo del katholikos Nerses I, dotto nelle lingue e letterature greca, persiana e siriaca. Egli è ritenuto l'inventore dell'alfabeto armeno, ma più probabilmente, lo ha rintracciato e perfezionato. Secondo la tradizione egli avrebbe dato un alfabeto anche ai Georgiani e agli Albani.
La critica moderna non può ammettere che insieme con l'invenzione dei caratteri armeni sorgesse senz'altro una letteratura, e che i traduttori del sec. V usassero della loro lingua così magistralmente nella scuola diretta da M., senza che una certa elaborazione di essa avesse preceduto l'opera loro, e ritiene molto probabile che già fino dall'epoca di S. Gregorio Illuminatore (v.) una parte almeno dei libri sacri più necessarî all'apostolato e alla preghiera (vangelo, epistole, salmi) fosse stata tradotta dal siriaco. In seguito, altri libri sarebbero stati tradotti da una redazione siriaca molto più antica dell'attuale pěšîttâ, scevra da contaminazioni col greco (come sembra risultare dall'esame della versione premešropiana dei Paralipomeni, confrontata con le versioni siriaca e georgiana). M. collaborò con Sahak alla nuova traduzione della Bibbia dal greco, e da lui la vulgata armena prende il nome di Mesropiana ovvero Maštothsiana. I suoi discepoli erano stati mandati lontano a studiare il greco e il siriaco, e avevano procurato codici greci da Alessandria e da Bisanzio. La redazione armena dell'Antico Testamento segue assai dappresso il codice alessandrino. I sermoni contenuti in Yačxapatum (στρώματα), già attribuiti a S. Gregorio Illuminatore sono oggi rivendicati a M. Una tradizione, che non risale più addietro del sec. VIII, lo vorrebbe autore degl'inni secondo gli 8 toni musicali, cantati dalla chiesa armena nei giorni feriali di quaresima, eccettuati i sabati. Parimenti a lui sono attribuite delle preghiere che si leggono nel breviario. Morto il 9 settembre 440 il katholikos Sahak, M., preconizzato a successore, ne tenne le veci, ma morì prima dell'elezione canonica il 17 febbraio 441.
Prima edizione della Bibbia armena (rarissima), Amsterdam 1666. Per le altre edizioni, vedi bibbia, VI, pp. 917-918. Solo le edizioni più recenti hanno la redazione del sec. V per l'Ecclesiastico (le altre davano una redazione seriore, del sec. XII): anche dell'Apocalisse è stata scoperta la redazione antica, che è stata stampata a parte, da Fr. Murad, Gerusalemme 1905. Ediz. dei Paralipomeni premešropiani, di G. Malchasiants, Mosca 1899. Ediz. principe dell'innario armeno, Amsterdam 1664.
Bibl.: Koriun, Storia della vita e della morte di S. M., Venezia 1833 (in armeno; versione di S. Weber, in Ausgewählte Schriften, I, pp. 183-232); O. Bardenhewer, Gesch. d. altkirch. Literatur, V, pp. 199-201 (per M. come autore degli στρώματα); N.T. Michelian, Das Armenische Hymnarium, Lipsia 1905. L'opera fondamentale sulla versione armena della Bibbia è M. T. Movsesian, Istorija perevoda Biblii na armijanskij jazyk, Pietroburgo 1902.