MESERE, Mesero, Mesaro (probabilmente dall'arabo mi'zar "velo")
Antichissimo è l'uso di un grande quadrato di stoffa con cui le donne liguri si ammantavano; alcuni inventarî del 1276 e del 1321 lo registrano "mesarum listatum", "mesero pro domina". Caduto in disuso, riapparve verso il 1407 dopo che S. Vincenzo Ferreri, predicando a Genova, persuase le donne liguri a velarsi almeno in chiesa. Nel 1500 il "meisarum" è di damasco giallo o turchino, ricamato di seta. Il resoconto dell'incoronazione di un doge elenca (1631) dei "mezzari d'oro e d'argento". Poco dopo la costituzione della Compagnia delle Indie (secolo XVII), sorse il mesere fiorito, derivato dalle tele stampate d'Oriente; le decorazioni persiane e indiane, trasformate dal gusto settecentesco, servirono d'ispirazione e di tema per il mesere che, appuntato sui capelli e piegato in tralice, copriva tutta la persona.
Di cotone finissimo, di un sol pezzo, stampati a colori vivaci con fiori, alberi, animali, piccole architetture, laghetti, pagode e cinesini, i meseri fino dalla metà del sec. XVII si fabbricarono anche in Francia. Nel 1787 vennero in Liguria Giovanni e Michele Speich, trasportandovi l'industria delle tele stampate, e, autorizzati con decreto del 1787, fondarono a Campi una fabbrica di meseri, fazzoletti, ecc. Quasi tutti i meseri giunti sino a noi provengono dalla fabbrica Speich o da quella del Testore (sec. XIX). La tecnica delle decorazioni era la stessa delle silografie; per ogni mesere si contavano sino a 80 pezzi di legno inciso; il fondo era lasciato bianco, talora riempito di linee ondulate e puntini. I meseri furono poi "ramagiati", ossia decorati con tralci e mazzetti di fiori (metà del sec. XVIII). Quelli a motivo centrale furono adottati dalle donne liguri verso i primi dell'Ottocento. I più antichi meseri dello Speich sono quelli d'imitazione indiana, detti "dell'albero vecchio". Vennero poi quelli delle "scimmie rosse" (rarissimi), della "nave" del "minareto", della "caccia" delle "vacchette".
Gli ultimi meseri (fabbrica Testore) sono quelli delle "rose", del "pavone", della "palma" (1800-1846). Il mesere cadde in disuso verso la metà del sec. XIX. Oggi gli antichi meseri, assai pregiati, e i moderni, alcuni dei quali fatti con i vecchi stampi, vengono utilizzati come pannelli decorativi, tendaggi e coperte.
Bibl.: J. Lalande, Voyage d'un français en Italie, VIII, Venezia 1769, p. 503; L.T. Belgrano, La vita privata dei Genovesi, Genova 1875, p. 234; O. Grosso, Il Mesere, in Dedalo, II (1921), p. 250 segg.