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meschino e meschina

di Luigi Peirone, Luigi Vanossi - Enciclopedia Dantesca (1970)
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meschino e meschina (miccina)

Luigi Peirone
Luigi Vanossi

Trai vari significati che assume nelle lingue romanze, D. gli attribuisce, nella Commedia, quello di " servo " (cfr. Iacopone A l'amor ch'è venuto 155 " meschinìa ", che vale " servitù "). Infatti Megera, Tesifone e Aletto sono chiamate le meschine / de la regina de l'etterno pianto (If IX 43), e il diavolo che s'impadronisce dell'anima di Guido da Montefeltro dice che il dannato venir se ne dee giù tra ' miei meschini (XXVII 115).

In Vn IX 10 5, riferito come predicativo ad Amore, m. può valere " costernato, avvilito " (Barbi-Maggini; Sapegno); ma il verso successivo indurrebbe a dare all'aggettivo, anche in questo caso, il valore di " servo ": Ne la sembianza mi parea meschino, / come avesse perduto segnoria.

Nella forma ‛ miccina ', in Fiore CCXII 6 Ardimento soccorse; a la miccina, / con una spada molto chiara e fina, / e' sì le fece molto gran paura; il termine sarà forse più vicino al valore del francese antico (meschine anche nel Roman de la Rose 1504, 6830, 10175) " giovinetta ", " damigella " (Paura è rappresentata appunto come una giovinetta). Si ricordi che il Boccaccio chiosa con " damigelle " il passo di If IX 43.

Vocabolario
meschinità
meschinita meschinità s. f. [der. di meschino]. – 1. a. Condizione di ciò che è o si giudica meschino, cioè misero, scarso, insufficiente: la m. del dono, del compenso, ecc. Riferito a persona, ristrettezza, grettezza, piccineria (nel modo...
meschino
meschino agg. [dall’arabo miskīn «povero, indigente»]. – 1. letter. Infelice, sventurato, che si trova in misero stato; esprime in genere commiserazione: povero e m. fu d’Atene cacciato (Boccaccio); Qualche grazia il meschino Corpo fra...
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