MESAMBRIA (Μεσαμβρία, Μεσαμβρίη, Μεσσαμβρία, Μεσσεμβρία, Mesembria)
È l'odierna Nessebar, cittadina e porto sulla costa occidentale del Mar Nero in Bulgaria, a S del promontorio Emona - l'estrema propaggine del monte Emo (Haemimontus), nel golfo di Burgas. Situata su una penisola protesa in direzione OE, lunga circa 850 m e larga in media 330 m. L'etimologia del nome, più esattamente il secondo componente del nome -bria, e la tradizione testimoniano l'origine tracia di questa antica città marittima, trasformata in colonia greca dorica verso il 510 a. C., una delle più fiorenti città pontiche della Tracia fra il V e il II sec. a. C., che conobbe un periodo di splendore anche in epoca paleocristiana nel V sec. e in epoca bizantina e bulgara nel XIII e XIV sec.; esiste tuttora come modesta cittadina di pescatori.
La tradizione letteraria sull'antica città è scarsa; ci informa sulla fondazione della colonia durante la spedizione di Dario contro gli Sciti da parte di coloni di Megara, Calcedone e Bisanzio (Herod., iv, 93, vi, 33; Eusthat., Geogr. Gr. Mm., li, 356-357; Ps. Scymnos, 739; Strabo, vii, 6, 1), oppure sulla sua situazione geografica (Ptol., iii, 11, 1 e 10, 3); molto precisa è quella di Plinio (Nat. hist., il, 45); mentre Ovidio menziona porti (Tristia, i, 10, 37).
Sono in corso scavi sistematici intrapresi dall'Istituto di Archeologia dell'Accademia Bulgara delle Scienze in collaborazione col Museo Regionale di Burgas. Le ricerche archeologiche recenti hanno confermato la tradizione e l'ipotesi sull'origine tracia della città - sotto lo strato ellenico appaiono uno strato ricco di ceramica del Bronzo Recente (1600-1100 a. C.) e resti di costruzioni con muri convergenti composti di pietre rozze. Più eloquenti sono i resti dell'epoca ellenica ed ellenistica. I sondaggi praticati negli spazi liberi della penisoletta hanno messo in luce case elleniche ed ellenistiche. La loro disposizione rivela la pianta ortogonale della città. L'orientazione della rete stradale è OE. Le case hanno una pianta rettangolare con un cortile a peristilio circondato da vani. Nella parte settentrionale delle case una scaletta conduce dal peristilio a una cantina scavata nel terreno ed illuminata dal peristilio attraverso uno spiraglio. Lo zoccolo dei muri, il paramento della cantina, il lastricato del cortile e le scalette sono in pietra, mentre il resto - la parte alta dei muri - era di mattoni crudi e le colonne e le travi erano di legno. Le tegole e gli embrici sono in genere del tipo detto corinzio, le antefisse sono ornate di palmette, di maschere di Medusa, e le cornici a meandro o a kyma ionico. In una delle case sono resti di pittura murale. Capitelli dorici e fusti di colonne in calcare sono per ora i soli elementi dell'architettura monumentale arcaica. Le iscrizioni menzionano un tempio di Apollo e un teatro di Dioniso.
Gli scavi hanno messo in luce tracce di diverse officine metallurgiche con forni, bacini e scorie, di officine di ceramica con matrici di terrecotte e di coppe dette "megaresi", e di officine di scultura con rilievi di calcare locale non finiti. La necropoli situata sul continente ha fornito soprattutto gioielli, vasi di bronzo e ceramica di produzione evidentemente locale. Si deduce che fin dal V sec. a. C., a M. esisteva non soltanto una monetazione, ma anche una intensa attività artigianale. Evidentemente M., favorita dalla posizione geografica e sostenuta da una flotta, sfruttando le ricchezze minerarie del monte di Strandgia e le ricchezze agricole della pianura tracia, rappresentava oltre che uno scalo marittimo e commerciale, un importante centro artigianale della costa tracia.
Gli scavi procedono nell'esplorazione delle due cinte murarie - la cinta ellenico-ellenistica e la cinta tardoromano-bizantina. Sono stati messi in luce settori del lato occidentale e settentrionale. Suggestivo è il lato settentrionale della cinta ellenico-ellenistica conservato fino a una altezza di 4 m che, con un tratto a dente, segue la curva del golfo, trasformato in bacino portuale - il porto settentrionale di Mesambria. Due moli paralleli limitano uno spazio di 47,50 m, dove evidentemente erano i magazzini portuali dell'antica città. I due moli e le mura al di fuori di questa opera portuaria, che erano battuti dal mare, hanno uno spessore di 2,60 m, e sono costruiti in grandi blocchi squadrati (1,30 × o,6o × 0,50 m), mentre il muro protetto dai due moli ha un paramento con tecnica piuttosto decorativa.
Le iscrizioni attestano gli sforzi di M. per intrattenere rapporti amichevoli coi re traci (decreto in onore del re Sadala, del III sec. a. C.), e la rivalità economica e politica con la prospera colonia ionica situata sulla parte meridionale dello stesso golfo, Apollonia (iscrizione del II sec. a. C. in onore del navarca istriota Egesagora, che porse aiuto ad Apollonia nella guerra contro Mesambria). La città fece parte della Esapoli Pontica e nel 72 si arrese a Gaio Cornelio, ufficiale di M. Licinio Lucullo, che l'aggregò alla provincia romana.
Dopo un periodo oscuro, offuscata dalla città vicina Anchialo (fu elevata dai Romani a centro amministrativo) probabilmente dopo la riforma di Diocleziano e con la sua aggregazione alla provincia del Monte Emo, M. conobbe una rinascita. Allora fu munita di una nuova cinta muraria, suggestiva tuttora nell'aspetto che ricevette nel V sec. d. C. Di questa epoca sono le basiliche monumentali, due delle quali sono state riedificate nel Medioevo. Da allora, e durante tutto il Medioevo, fu sede di un arcivescovo.
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