MERV (A. T., 92)
Una delle più antiche e note oasi della Russia Asiatica, inclusa nella repubblica sovietica del Turkmenistan, di cui la città di Merv è capoluogo. L'oasi giace a SE. del Kara Kum lungo le rive del Murgab, la cui vallata rappresenta il centro dell'antica Margiana. Il suolo è costituito per la massima parte di depositi eolici (löss) di eccezionale fertilità, quando irrigati, perciò tutta la vita e la fortuna di Merv dipendono dalle derivazioni di acque dal Murgab. Già per il passato gl'indigeni avevano aperti numerosi canalì per distribuire nel modo migliore le acque alle coltivazioni; più tardi i Russi hanno costruito degli sbarramenti e dei bacini di ritenuta, ma con ciò le terre irrigate lungo il fiume non superano i 70.000 ha. e inoltre canali e serbatoi tendono a riempirsi di fango, perciò, appena oltrepassata la zona irrigata, ove si coltivano riso, cotone, meloni, orzo, frumento, foraggi, si entra nel deserto. Nel 1927 l'U. R. S. S. vi iniziò la costruzione di una potente centrale elettrica. Dopo gli eventi del 1917, si ebbe, in seguito a disordini, una notevole riduzione di area coltivabile con abbandono delle opere d'irrigazione; ma con la riorganizzazione iniziata nel 1926, la produzione del cotone è ritornata al livello prebellico con grande vantaggio dell'industria tessile russa. Famosi in tutta la regione sono i cavalli. A Bajram-Ali vi è l'antica grande tenuta imperiale (sup. di 1130 kmq.). L'odierna Merv, che conserva il nome di una precedente città di cui è rimasto qualche resto monumentale, è sorta nel 1884, dopoché i Russi, conquistato il paese, occuparono il piccolo villaggio di Kanšiut-Chan-Kala, costruendo il nuovo centro, in base a un piano regolatore. Sulla riva sinistra sorge il quartiere commerciale con il bazar, famoso per il commercio del cotone, dei cuoi, dei tappeti, dei feltri e degli oggetti d'argento, prodotti dell'industria locale. La popolazione (23.000 ab.) è costituita di Turcomanni Tekkè, di Russi, Afghani, Armeni, Ebrei. I forti calori estivi, i venti, che sollevano nubi di sabbia, e la malaria rendono il clima malsano.
Monumenti. - L'antica Merv, che sorgeva a poca distanza dalla città nuova, era dotata già nel 750 di una moschea; nel sec. X possedeva tre moschee del Venerdì oltre a numerosi oratorî. Dello sviluppo che la città ebbe nei secoli XI-XII non rimangono tracce giacché i palazzi e le mederse di quest'epoca sono distrutti, come del resto i monumenti delle epoche precedenti. L'avanzo più cospicuo è costituito dal mausoleo del sultano selgiuchide Sangiar (morto nel 1157), imponente edificio a cupola su pennacchi, alto circa 30 m., con due serie di nicchie esterne e rivestimento di stucchi e di piastrelle invetriate all'interno. A questo edificio s'ispirarono altre tombe a cupola, del Khorāsān e del Turkestan.
Storia. - Detta, in Persiano antico, Marguš, Mouru̯ nell'avestico (gr. Μαργιανή, lat. Margiana) l'oasi di Merv (che leggende della mitologia ariana dicono culla dell'umanità e paradiso terrestre) fece parte dell'impero achemenide, appartenendo alla satrapia della Battriana. Dopo la conquista, Alessandro vi eresse Alessandria Margiana (forse nel 328 a. C.); sotto i Seleucidi, gli Arsacidi e i Sassanidi costituì una provincia a sé dell'impero. Antioco Sotere al principio del sec. III a. C., fondò Antiochia Margiana nel luogo stesso di Alessandria, e quel centro, attraverso le sue trasformazioni, rimase sempre capitale dell'oasi fino alla distruzione avvenuta per opera degli abitanti di Buchara nel 1790. Al principio del sec. VI l'oasi era prevalentemente nestoriana, e aveva parecchie sedi vescovili. Gli Arabi occuparono l'oasi e la città capoluogo sotto il califfato di ‛Othmān, nell'anno 30 dell'eg. (650-651 d. C.); l'Islām si diffuse nel paese e Merv divenne la sede del governo del Khorāsān, donde furono dirette le grandi operazioni militari (a cominciare da quella di Qutaibah ibn Muslim; v. arabi: Storia, III, p. 830), e l'amministrazione delle provincie estreme dell'impero arabo. Le truppe del Khorāsān costituirono un fedele appoggio dell'impero di Baghdād. Il paese partecipò poi delle turbolente vicende di questa parte del califfato; fu poi preso dai Ghaznevidi, dai Selgiuchidi sotto i quali raggiunse il suo massimo fiore (Sulṭān Sangiar, morto nel 1157, vi costruì grandiosi edifici), e divenne importante centro di cultura musulmana. Vi studiò il famoso scrittore e geografo Yāqūt. Dopo il dominio dei Khwārizmshāh (v. khwārizm) l'oasi tutta venne saccheggiata con grande strage dai Mongoli, giunti nel 1221 con Tulūy Khān, figlio di Genghiz Khān. Appartenne poi a Tamerlano, e sotto suo figlio Shāh Rukh (morto nell'850 eg., 1447 d. C.), risorse. Presa dagli Uzbeki, cadde subito in mano del persiano Ismā‛īl Khān, fondatore della dinastia ṣafawida. Dopo un lungo periodo di dominio persiano la regione fu occupata nel 1787 dall'emiro di Buchara, che nel 1790 distrusse interamente la città di Merv, tanto che essa fu da allora abbandonata e gli abitanti furono portati a Buchara. Dopo un periodo di influenza chivese, il paese fu assalito dai Turcomanni Tekkè (Turkmeni Tekincy) che la Persia sospingeva verso il nord e dovette cedere a essi nel 1856, finché la Russia occupò il paese nel 1883, e fece capitale della provincia Transcaspiana la nuova Merv, sorta a poca distanza dopo la distruzione della vecchia. Ora l'oasi fa parte dell'U. R. S. S. e precisamente della repubblica socialista sovietica turcomanna di cui Merv è capoluogo.
Bibl.: A. Žukovskij, Drevnosti zakaspiiskago kraja. rozvaliny drevnago Merva (Antichità della Provincia Transcaspiana. Rovine della vecchia Merv), Pietroburgo 1894; W. Barthold, Turkestan down to the Mongol invasion, 2ª ed. (traduz. dal russo), Londra 1928. Cfr. anche la bibliografia agli articoli buchara; khwārizm; E. Diez, Die Kunst der Islam. Völker, Potsdam 1926.