Uomo politico e giurista (Arleux, Nord, 1754 - Parigi 1838). Avvocato al parlamento di Fiandra, legato agli Orléans, fu deputato del Terzo Stato agli Stati generali del 1789 e uno dei più esperti legislatori dell'Assemblea costituente (abolizione del regime feudale, dei diritti di primogenitura, ecc.). Presidente del tribunale criminale del Nord nel 1791-92, deputato alla Convenzione, commissario alle armate del Nord e a quelle della Vandea, fece parte del partito degli "indulgenti" e fu uno degli artefici della caduta di Robespierre. Conseguì allora incarichi di grande importanza: membro del Comitato di salute pubblica, membro dei Cinque destinati a provvedere alla sicurezza della Convenzione (nella giornata del 13 vendemmiaio investì dei pieni poteri Barras e Bonaparte), infine ministro della Giustizia (1796), e direttore (4 sett. 1797 - 18 giugno 1799). Colmato di onori da Napoleone (conte nel 1810), fu di questo un prezioso collaboratore nelle sue riforme legislative. Dopo la seconda Restaurazione (1815), visse in esilio fino al 1830. Autore tra l'altro di un Répertoire universel de juris prudence e di un Recueil alphabétique des questions de droit.