meritorio
Ricorre una sola volta, in rima, in Pd XXIX 65, dove D. insiste nel rapporto merito-grazia: ricever la grazia è meritorio / secondo che l'affetto l'è aperto.
Per il Buti " acquista merito "; per Benvenuto " gratia est causa meriti, non meritum causa gratiae. Dicendum breviter quod angelus habuit gratiam antequam esset beatus, per quam gratiam meruit beatitudinem; ideo autor intendit dicere, quod recipere gratiam a Deo fuit meritorium beatitudinis angelorum in qua sunt ". Diversa la tesi del Venturi, che chiosa: " il ricever tal grazia è meritorio, cioè dipendente dal proprio merito "; lo stesso valore dà all'aggettivo il Siebzehner-Vivanti, che spiega " subordinato, proporzionato al merito ", seguito dal Mattalia: " il ricever grazia è cosa conseguente al merito... o attestazione di merito ".