meritare [le forme sincopate merta e mertai sono presenti solo in poesia]
Con costrutto transitivo, in senso proprio, per " esser degno di ": riferito a persona, in Vn VIII 11 19 Chi non merta salute (ripreso al § 12); Cv III IV 6 non merita né vituperio né loda; IV XXVI 14 lo adolescente... per minoranza d'etade lievemente merita perdono (lo stesso concetto al § 12); XXIX 2 meritaro l'officio de la Prefettura; Pd XI 111 la mercede / ch'el meritò nel suo farsi pusillo, e XV 26 fede merta nostra maggior musa; con soggetto astratto, in Pg XVII 105 ogne operazion che merta pene.
Il verbo è seguito dall'infinito, in Cv IV XXIX 2 (due volte) e Pg XXI 90 mertai le tempie ornar di mirto (si noti l'allitterazione).
Nel senso di " ricompensare ", con costrutto transitivo, in Rime LXII 14 elli [Amor] sol può... / suoi serventi meritare a punto; in forma passiva, in Vn III 1 la quale [cortesia] è oggi meritata nel grande secolo. Con costrutto intransitivo, nel senso di " acquistare meriti, benemerenze, diritto alla riconoscenza presso alcuno ", in If XXVI 80 e 81 s'io meritai di voi mentre ch'io vissi, / s'io meritai di voi assai o poco, e Pg XVIII 65.
L'infinito ha il valore del sostantivo " merito ", in Pd IV 21 Se 'l buon voler dura, / la vïolenza altrui per qual ragione / di meritar mi scema la misura?