MÉRIDA (A. T., 37-40)
È l'antica Emerita Augusta. Già capitale della provincia romana di Lusitania, è oggi capoluogo di partido judicial nella provincia spagnola (Estremadura) di Badajoz. La città sorge sopra una collina (210 m. s. m.) formante cuneo fra la riva destra della Guadiana e la sinistra del río Albarrega, che mette foce nel primo poco a valle della città, l'uno e l'altro attraversati da ponti romani. Mérida è in sostanza uno dei molti grossi centri agricoli della zona estremeña (il territorio produce cereali, olî e vini e ha un discreto commercio di bestiame minuto); non manca tuttavia d'importanza, anche come centro turistico, soprattutto perché vi mettono capo le linee ferroviarie che uniscono il bacino della Guadiana da un lato con Cáceres e il medio Tago, dall'altro con Huelva e il basso Guadalquivir. La sua popolazione, che nel 1920 segnava 12.490 abitanti, segnò in seguito un leggiero aumento (nel 1930 si aggirava sui 15 mila abitanti).
Monumenti. - Ancora oggi si riconosce la conformazione a pianta quadrata, di circa 350 m. di lato, dell'antica città romana. E i monumenti romani che si conservano sono tra i più copiosi e superbi di tutta la penisola iberica: l'arco detto di Traiano (ma in realtà dell'età augustea); il teatro romano, grandissimo (diam. m. 86,88), scavato a partire dal 1920; l'anfiteatro, edificato l'anno 8 a. C.; il circo, lungo 433 m., restaurato nel sec. IV, il meglio conservato che esista nella Spagna; due mausolei, l'uno dei Voconii e l'altro dei Iulii; una casa di abitazione trasformata poi in basilica cristiana; il tempio detto di Diana, esastilo e di ordine corinzio; il tempietto di Marte trasformato nella cappella di S. Eulalia; il gran ponte sulla Guadiana, lungo 79 m., a 60 arcate, di età augustea ma con evidente rifacimento del sec. VII; l'altro ponte a 4 archi sull'Albarregas; i tre grandiosi acquedotti, due dei quali, quello de los Milagros e quello di S. Lazaro, sono a corsi alternati di pietra e di mattoni; i due serbatoi detti di Proserpina e di Cornalvo; le banchine del porto fluviale; le fogne, i resti delle mura e delle torri. È notevole a Mérida il museo archeologico, che è ricchissimo di marmi romani, fra i quali una statua di Marco Agrippa.
Storia. - Fu fondata l'anno 25 a. C. da Augusto a favore dei veterani delle legioni V e X e prese il nome di Colonia Augusta Emerita. La sua situazione naturale che per il fiume navigabile la metteva in diretta comunicazione col mare e quindi con Roma, e per la sua ricca rete stradale la congiungeva con tutti i centri maggiori della penisola, la fece prosperare rapidamente: Ausonio ne magnifica la potenza e la ricchezza.
All'epoca della diffusione del cristianesimo ivi soffrì il martirio S. Eulalia, e la città, fra le prime a esser conquistata dalla nuova fede, divenne sede di un vescovo. Ha notevole importanza nella storia del cristianesimo spagnolo, come centro di diffusione del movimento priscillianista (v. priscilliano). Sotto i Visigoti continuò a prosperare, e, promossa a sede arcivescovile, estese la sua giurisdizione ecclesiastica sopra quasi tutto l'attuale Portogallo e nel 666 fu sede di un concilio. Infine, dopo un assedio che durò l'inverno 712 e la seguente primavera, cadde in potere di Mūsā Ībn Nūṣair e la dominazione musulmana durò sino al 1228, quando la città fu conquistata da Alfonso IX. Ma quella araba fu l'epoca della sua decadenza, dalla quale non doveva più sollevarsi. Già nel 1119 Callisto II aveva approvato il trasferimento a Santiago di Compostella della sua sede arcivescovile; ora, nel 1232-34 la città e i suoi territorî furono affidati all'ordine di Santiago; ed esso invano sperò di popolarli concedendo nel 1327 vantaggi a coloro che vi avessero preso dimora. La città ebbe molto a soffrire per i saccheggi e le spoliazioni delle soldatesche durante le guerre napoleoniche.
Bibl.: B. Moreno de Vargas, Hist. de Mérida, Madrid 1892; I. R. Melida, in Mem. de la Junta Sup. de Excav., 1915, 1917, 1919, 1921, 1925, 1928; id., Mérida, Barcellona 1929; A. Schuten, Mérida, Barcellona s. a.; M. Macias, Mérida monum. y artistica, Barcellona 1913: G. Paris, Promenades archéologiques, Parigi 1920, II; E. Hübner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, col. 2493 segg.; J. A. Richmond, The first years of Emerita, in Archaeol. Journ., 1930, p. 98 segg. Iscrizioni in Corpus Inscr. Lat., II, 461 segg., 5258 segg.