MERCURIO (XXII, p. 897)
La sospensione o la deviazione di tradizionali correnti di scambio verificatasi durante la seconda Guerra mondiale ha indotto soprattutto i paesi dell'emisfero occidentale ad aumentare la propria produzione di mercurio metallico, coltivando anche giacimenti di minerali poveri che erano trascurati in tempi normali. La Spagna e l'Italia, paesi dotati dei più ricchi giacimenti di cinabro hanno fornito, fino al 1939, circa tre quarti del quantitativo di metallo consumato nel mondo. Alla fine del 1936, questi due paesi si sono associati, costituendo il Cartello europeo del mercurio allo scopo di disciplinare la reciproca partecipazione alle esportazioni e di uniformare i prezzi del metallo sul mercato mondiale. L'accordo assegnava alla Spagna un contingente pari al 55% delle esportazioni totali e all'Italia il rimanente 45%, impegnando da una parte le uniche miniere spagnole, quelle demaniali di Almadén e, dall'altra, le miniere italiane di Monte Amiata, controllate dall'IRI, e quelle demaniali di Idria. Poiché due produttori italiani (Argus e SIAM) non partecipavano al Cartello, la quota esportabile riservata all'Italia raggiungeva praticamente il 50%. Il Cartello ha iniziato un'attività regolare nel 1939.
Durante il 1937 il mercurio italiano ha alimentato circa il 66% del consumo mondiale.
La guerra ha causato gravi danni alle miniere toscane e, contemporaneamente, la perdita dei mercati più importanti per gli esportatori italiani: Germania, Inghilterra, Giappone, Francia e Stati Uniti. Quest'ultimo paese ha intensificato la propria produzione, passata durante il conflitto, da 37.777 bombole del 1940, a 51.929 nel 1943. Nello stesso periodo, il Messico raddoppiava la sua produzione, portandola a 23.000 bombole, mentre il Canada, ultimo arrivato fra i produttori di questo metallo, raggiungeva 22.000 bombole.
Nel 1942, quando il metallo fornito ai consumatori americani proveniva in gran parte dalle miniere degli S. U., il prezzo del mercurio negli S. U. era salito a dollari 196,35 per bombola da 76 libbre, contro dollari 75,47 nel 1938; nel 1943, accantonate ormai scorte sufficenti per fronteggiare i consumi di guerra, scese però a 100 dollari per risalire a 160 nel 1945, in relazione a nuove importanti utilizzazioni del metallo. Alla fine della guerra, la situazione del mercato mondiale del mercurio è risultata influenzata, oltre che dalla diminuita richiesta delle industrie belliche, dalle scorte in possesso degli S. U. e della Gran Bretagna (in complesso 135.000 bombole) e dalla campagna condotta da questi paesi contro il Cartello Europeo, accusato di mantenere artificiosamente alti i prezzi del metallo. La sospensione degli acquisti da parte degli S. U. e della Gran Bretagna, e più ancora la necessità di adeguare i prezzi alla mutata situazione del mercato, hanno indotto perciò il Cartello ad offrire ingenti quantitativi di mercurio a 80 dollari f.o.b. per bombola. Nel 1947 il prezzo è sceso a 65 dollari e, all'inizio del 1948, a 60. Sebbene la riparazione dei danni di guerra alle miniere abbia inasprito i costi di produzione, i produttori italiani hanno appoggiato la politica di moderazione seguita dal Cartello, convinti della necessità di riconquistare al più presto i vecchi mercati, sui quali sta affacciandosi la Jugoslavia, entrata in possesso della miniera italiana di Idria.
Il consumo mondiale di mercurio è attualmente inferiore alle disponibilità di metallo, mentre potrebbe aumentare sensibilmente, se i consumatori sviluppassero nuovi interessanti impieghi del metallo. Gli S. U. hanno costruito un nuovo tipo di accumulatore elettrico a mercurio che, alla fine della guerra, è stato dato in dotazione alle truppe americane dello scacchiere orientale. La carica di tale batteria ha una durata eccezionale, particolare, questo, di grande interesse. Esso è anche adoperato negli impianti a vapore a due fluidi (acqua-mercurio) che hanno rendimento molto elevato. Lo sviluppo di queste applicazioni potrebbe capovolgere completamente la situazione del mercato, introducendo, al tempo stesso, innovazioni di grande portata nei settori interessati.