MERCURIO (XXII, p. 897; App. II, 11, p. 286)
Una posizione di estrema tensione ha caratterizzato il mercato del m. per parecchi anni consecutivi in seguito al fatto che la domanda mondiale, e degli S. U. A. in particolare, non trovava un riscontro adeguato nell'offerta. Gli acquisti per le riserve strategiche americane e l'uso di questo metallo nella produzione di energia atomica sono stati i fattori che maggiormente hanno influenzato l'andamento dei prezzi dal 1951 al 1955. Le disponibilità commerciali essendo tanto limitate, il governo degli S. U. A. nel 1954 annunciava un programma di acquisti per un periodo di tre anni di 125.000 bombole di m. nazionale e di 75.000 bombole di m. messicano al prezzo fisso di 225 dollari per bombola, prezzo questo che sarebbe stato garantito sino a tutto il 1957, anno in cui sarebbe appunto scaduto tale programma.
Nonostante che questa misura agisse da incentivo per espandere la produzione sia degli S. U. A. sia del Messico (in particolare in quest'ultimo paese la produzione passava dalle 14.755 bombole del 1954 a 29.881 bombole nel 1955), le disponibilità dell'Italia e della Spagna - i due maggiori paesi produttori - continuavano a venire interamente assorbite. A Londra il m. veniva quotato sulle 110 sterline per bombola e a New York sui 315 dollari per bombola: tali livelli di prezzo non erano stati raggiunti neppure durante la seconda guerra mondiale e il "boom" provocato dalla guerra coreana.
La corsa agli acquisti degli S. U. A., verificatasi soprattutto nel 1954, è rimasta circondata da un alone di mistero, non essendo mai stata conosciuta chiaramente la destinazione del m. importato da tutte le provenienze e in così grande misura. Quel che è certo è che da un giorno all'altro il fabbisogno americano si ridusse così sensibilmente da indebolire per lungo tempo il mercato ormai abituato ad una domanda pari se non addirittura maggiore all'offerta. L'eccezionale periodo di prosperità goduto dal m. aveva indotto non solo le grandi compagnie, ma anche i piccoli produttori marginali, ad espandere la loro produzione, cosicché ebbe inizio la fase in cui gli stocks invenduti sono andati rapidamente accumulandosi in Italia e in Spagna. Nel 1956 i prezzi del m. non reagivano neppure in relazione alla crisi di Suez e solo nel 1957 si rafforzavano in seguito alle forti vendite effettuate dall'Italia e dalla Spagna e dirette in Estremo Oriente.
Dal canto suo la produzione mondiale ha continuato a crescere, raggiungendo 245.000 bombole da 34,5 kg ciascuna nel 1957, contro le 222.000 bombole del 1956 e le 107.000 bombole del 1948. Fra i maggiori paesi produttori figurano, dopo l'Italia e la Spagna, gli Stati Uniti, il Messico, la Iugoslavia, l'Unione Sovietica e il Giappone. Produttori, sebbene di quantitativi assai minori, sono pure le Filippine, la Cecoslovacchia, il Chile e la Turchia. In particolare è interessante notare l'andamento della produzione messicana, che ha seguìto la curva ascendente e poi discendente della domanda americana, salendo a 29.881 bombole nel 1955 dalle 14.755 bombole del 1954 e le 11.643 bombole del 1953, per poi scendere a 19.530 bombole nel 1956 e riprendersi lievemente nel 1957 con 21.068 bombole.