MERCEOLOGIA (da merce e il suffisso, dal gr. λόγος, comune nei nomi di scienze; ted. Warenkunde)
È, con definizione generalissima, lo studio delle merci in quanto può interessare l'industria e il commercio. È una disciplina a sé nel gruppo delle commerciali ed economiche, ma in stretto rapporto con le chimiche, fisiche, naturali e tecnologiche. Onde il merceologo, dovrà essere fondamentalmente un chimico, con vasta cultura naturalistica e tecnologica, e con adeguata cultura geografica, statistica ed economica.
Cenno Storico. - La merceologia scientifica è recente; ma naturalmente ciò non significa che i commercianti di tutti i tempi non avessero cognizioni empiriche e non le mettessero a profitto nell'esercizio della loro attività. Qualche cosa di più si trova nelle numerose opere dei secoli XIV, XV e XVI relative alle mercanzie e alla mercatura, come, ad esempio, in quel trattato sui pesi, sulle misure e sulle mercanzie del fiorentino G. B. Balducci-Pegolotti (sec. XIV), nel quale si trova la descrizione delle merci del grande commercio di quel tempo e si indicano le cautele da osservare negli acquisti descrivendo "i caratteri per mezzo dei quali si riconosce la merce genuina da quella adulterata, la merce migliore da quella scadente". Come pure si riscontrano gli accenni di una merceologia rudimentale nei bandi della repubblica veneta e di altre città italiane nei quali si enumerano le pene per i frodatori e fasificatori di merci, e si precisano i caratteri che devono avere le merci genuine.
Ma si è ancora nel campo dell'empirismo. Se si vuol ritrovare un accenno a una merceologia con qualche fondamento più razionale e possibilmente scientifico, bisogna ricercarlo nella trattazione di un gruppo tutto speciale di prodotti commerciali e cioè nel commercio dei semplici e delle droghe che era appoggiato alla medicina e alla botanica.
Alla metà del sec. XIX, con il grandioso sviluppo preso in tutti i paesi, dal commercio nazionale e internazionale, riguardante le enormi quantità e varietà delle materie prime necessarie alle nuove industrie e alle aumentate esigenze delle cresciute popolazioni, si incominciò a far sentire la necessità di organizzare dal lato tecnico anche il commercio su basi possibilmente razionali e di approfondire lo studio delle merci dal lato scientifico. Sorse così la nuova disciplina commerciale a sé stante, che in Italia ebbe a suo iniziatore Gian Giacomo Arnaudon (1829-1893).
Oggetto e scopi. - Oggetto della merceologia sono le merci, così allo stato greggio, come semilavorate e manufatte, sia che si usino tal quali sia che servano come materie prime per altre lavorazioni. Dato il loro numero grandissimo, le merci potranno essere raggruppate in classi a seconda delle affinità naturali e degli usi; a questa distribuzione delle merci corrisponde una suddivisione della disciplina, lo studio delle cui parti potrà essere condotto più o meno profondamente a seconda degli scopi da raggiungere. In ogni caso, la merceologia deve studiare le merci con uniformità di criterî, seguendo un indirizzo unico generale e cioè mettendo come base le diverse scienze ad essa necessarie: la chimica, la fisica, le scienze naturali, i principî delle varie tecnologie e le discipline economiche. Lo studio fatto in tale guisa potrà essere razionalmente coordinaton in un tutto a sé stante e riuscirà di guida sicura ai commercianti, ai tecnici, agli amministratori, nelle deduzioni e considerazioni tecnico-economiche necessarie all'esercizio delle loro funzioni.
Metodi e limiti. - Ai fini della merceologia scientifica è essenziale fissare i punti da tenere presenti nello studio delle merci.
1. Denominazioni. - Le merci sono correntemente designate con nomi scientifici o volgari o con nomi talvolta antiquati o talaltri modernissimi, oppure con sinonimi, adoperati indifferentemente senza alcuna regola e norma. Molto sovente una stessa merce è designata in un modo o in un altro a seconda delle tradizioni dei mercati, delle consuetudini, e anche del capriccio della moda.
Tutto ciò può essere dannoso nelle contrattazioni commerciali e generare confusione ed equivoci e può portare a spiacevoli conseguenze molte volte neppure prevedibili. Fortunatamente molti nomi antiquati sono ormai caduti in disuso, e sono stati sostituiti con nomi più rispondenti alla natura della merce, ma continuamente si vanno introducendo, specialmente per prodotti di recente fabbricazione, nomi nuovi, spesso poco chiari, anzi talvolta appositamente scelti per generare confusioni o per celare la vera natura delle merci. Occorre quindi che di ogni merce si conoscano le varic denominazioni e in particolare la complessa sinonimia. A tale scopo servono dizionarî speciali, la cui compilazione rientra nei compiti della merceologia; la quale si occupa altresì di studiare e indicare quali sono le denominazioni razionali da dare alle merci affinché corrispondano esattamente alla loro precisa natura. L'unificazione delle nomenclature va acquistando importanza sempre maggiore: le amministrazioni doganali e ferroviarie, come pure numerosi comitati nazionali e internazionali si occupano della risoluzione di questo importante problema.
2. Origine e provenienza. - Le merci sono di origine diversissima; possono essere di natura inorganica od organica; possono provenire dalle regioni più disparate del globo e avere perciò caratteri e usi assai diversi. Per es., molti prodotti vegetali naturali sono in alcune regioni indigeni, in altre sono stati acclimati, da tempo o recentemente. Ora, le diverse condizioni geografiche, climatologiche, ambientali, colturali, possono aver avuto notevole influenza su molti caratteri dei prodotti, avendoli talvolta migliorati, talaltra peggiorati. Onde si possono avere qualità di una stessa merce diiferentemente pregiate a seconda delle provenienze, come è notorio fino da tempi antichissimi, e perciò tanto nelle contrattazioni quanto nei listini commerciali non si trascura mai di tener conto della provenienza e origine delle merci naturali. Lo stesso si dica dei prodotti del sottosuolo, i cui caratteri possono variare assai, per es., a seconda delle cave o miniere dalle quali provengono, e dei prodotti industriali, che sono di diversi tipi, secondo le fabbriche e i paesi.
La merceologia deve quindi studiare la provenienza delle singole merci, e investigare se realmente sussistano sempre le ragioni tecniche di differenziazione, che tanto si ripercuotono sulla valutazione delle diverse qualità.
3. Estrazione, raccolta, fabbricazione. - A seconda della natura dei prodotti e della loro origine, la merceologia si deve occupare dei procedimenti seguiti nell'estrazione se si tratta di prodotti del sottosuolo, nella raccolta se di prodotti naturali, nella coltivazione se di prodotti agrarî, nella fabbricazione se di prodotti industriali.
Ciò potrebbe sembrare non necessario per lo studio delle merci come cose permutabili, e rientrare invece nel campo delle diverse tecnologie. E in realtà non sembra opportuno allargare lo studio della merceologia in modo che questa si confonda con la tecnologia vera e propria. Questo criterio è seguito dalla scuola merceologica tedesca che è derivata direttamente dalla tecnologia scientifica quale venne fondata in Germania da J. Beckmann (1739-1811) nel 1794. Ma d'altra parte è ovvio che, dato lo sviluppo odierno delle tecnologie e gli stretti rapporti che esse hanno con il commercio dei prodotti ottenuti, non è possibile che il merceologo non si occupi anche di questa parte, almeno per quel tanto che può essere sufficiente per integrare la conoscenza delle merci al fine di poterle giustamente apprezzare.
4. Caratteri. - La definizione esatta delle merci nei differenti tipi e qualità non può essere data che dagli attributi specifici che le caratterizzano. Definire la merce con la maggior possibile precisione è il solo mezzo per evitare nelle contrattazioni e negli acquisti le innumerevoli contestazioni che altrimenti possono sorgere. Infatti nello stabilire le condizioni dei capitoli delle forniture delle merci, o le norme di legge per il commercio delle derrate in genere, ma particolarmente in quelle alimentari, o nel fissare i tipi (modelli) delle diverse merci come base delle contrattazioni, sono presi soprattutto in considerazione i loro caratteri specifici e il modo di apprezzarli. Tutto ciò è compito essenziale della merceologia ed è ampio oggetto di studio e d'investigazione.
I caratteri da tenere presenti per questo scopo sono:
a) i caratteri organolettici, e cioè l'aspetto, il colore, l'odore, il sapore. Hanno massima importanza per designare le merci in generale, essendo quelli che, per moltissime, per es., le alimentari, ne caratterizzano la natura e la commerciabilità. Essi si apprezzano con la pratica mediante i nostri sensi, ma vi sono norme particolari da seguire e anche apparecchi da usare per meglio accertarli al fine di evitare i possibili errori derivanti da suggestioni personali;
b) i caratteri morfologici, siano essi geometrici o macroscopici, o siano microscopici, indispensabili per diagnosticare in modo sicuro molti prodotti. Principalmente l'esame microscopico ha grandissimo valore perché ci dà per molti prodotti la visione dell'intima struttura caratteristica che li differenzia con certezza dagli altri analoghi nell'aspetto esterno, tantoché il microscopio è ormai organo indispensabile nello studio e apprezzamento delle merci;
c) i caratteri fisici, comprendendo fra questi anche quelli meccanici, sono indispensabili per determinare qualitativamente e quantitativamente alcune proprietà specifiche di molti prodotti, mediante le quali si diagnosticano e s'individualizzano con esattezza e certezza. Sono tra questi, per es., il peso specifico, i cambiamenti di stato (ebollizione, fusione, ecc.), le proprietà ottiche (riflessione, rifrazione, potere rotatorio), la viscosità, la solubilità, la tenacità, l'elasticità, ecc. Essi si misurano con apparecchi ormai molto perfezionati;
d) i caratteri chimici hanno la massima importanza nell'esame delle merci, in quanto ne svelano l'intima composizione e sono i soli che possano illuminare sulle qualità e sul valore intrinseco del maggior numero di prodotti commerciali. L'apprezzamento di questi caratteri può essere fatto qualitativamente o quantitativamente e, quando lo si voglia approfondire, richiede in chi lo fa un fondamento scientifico e una preparazione pratica che non può essere da tutti. Si può in tal caso allacciare questo studio particolare della merce alla chimica stessa, particolarmente analitica, e denominarla chimica merceologica, il cui oggetto è appunto lo studio della chimica e dell'analisi applicata ai prodotti commerciali. Ma vi sono dei casi nei quali gli apprezzamenti chimici sono entrati nella comune pratica commerciale, quando, per es., siano facilmente accertabili con speciali apparecchi ideati all'uopo o con semplici saggi di orientamento. Se ne deduce che nell'apprezzamento dei caratteri chimici delle merci si deve tenere ben distinto ciò che può essere eseguito dal commercio direttamente, da quanto è invece compito specifico del merceologo.
5. Qualità. - Una medesima merce si può presentare in molti tipi che ne determinano usi differenti e conseguentemente variazioni grandissime nel valore e nel prezzo. Si è già accennato a ciò parlando delle provenienze e origini. Lo studio di queste qualità deve essere fatto allo scopo di esaminarne i caratteri differenziali, l'importanza che possono avere, e il modo di diagnosticarle.
6. Alterazioni. - Le merci si conservano più o meno nel tempo a seconda della loro natura, e talvolta anzi migliorano nella loro qualità (stagionatura); ma se vengono lasciate in condizioni poco adatte, o se contengono difetti intrinseci, possono alterarsi più o meno rapidamente e profondamente e svalutarsi in proporzione. La merceologia, esaminando tutte le circostanze inerenti ai caratteri e alla conservabilità delle merci, deve indicare quali sono le cause di queste alterazioni e suggerire le previdenze da prendere per eliminarle e impedirle, specialmente se dovute a incuria nei trasporti e nei magazzini o a errori e difetti nel modo di fabbricarle o di produrle.
7. Sofisticazioni o adulterazioni e falsificazioni. - Tutte hanno per risultato di modificare artificialmente la genuinità delle merci a scopo di lucro, ciò che è assolutamente vietato dalle leggi e dalle buone consuetudini commerciali.
a) Le sofisticazioni o adulterazioni consistono in trattamenti fatti alle merci, tali che vengano a sottrarre loro alcuni elementi caratteristici, o nel mascherare difetti o alterazioni comunque avvenuti, o ad aumentare il peso con materiali inerti e di poco prezzo, o infine nel far apparire come merci di qualità superiore quelle di qualità inferiore.
b) Le falsificazioni consistono nel sostituire nell'uso, a prodotti genuini, prodotti completamente diversi nelle qualità intrinseche, ma aventi dei primi soltanto qualche carattere esteriore e secondario, a scopo d'inganno o di frode. Esse possono essere particolarmente dannose nei prodotti alimentari, onde le leggi sanitarie e igieniche le reprimono severamente.
La merceologia deve occuparsi di tutto ciò, insieme con la bromatologia e con l'igiene, cercando particolarmente i mezzi d'indagine più semplici e sicuri per constatare le frodi e rilevare il danno economico che può venirne al commercio onesto e al credito della nazione.
8. Magazzinaggio e imballaggio. - La conservazione ha grandissima importanza nel commercio delle derrate, e deve essere tale nelle condizioni tecniche dei locali (magazzini), dei recipienti, degli ambienti, che i prodotti non abbiano ad alterarsi nella loro qualità intrinseca e nel loro valore. Grandissima importanza ha poi l'imballaggio delle merci, sia nella confezione degl'involucri immediati sia di quelli più esterni, tanto per evitare che le merci si alterino, si guastino, si deprezzino, diminuiscano di peso, ecc., quanto per ottenere che siano tali da riuscire meglio accette, anche per l'aspetto, al consumatore.
9. Usi. - È superfluo accennare all'importanza della conoscenza degli usi delle merci che stabiliscono le correnti di traffico secondo le tradizioni e le consuetudini nei diversi paesi. Ma ancora più importante sarà lo studio delle nuove possibili applicazioni dei prodotti che, dato lo sviluppo grandissimo delle produzioni attuali, in seguito ai perfezionamenti tecnici e scientifici, richiedono sempre più un conseguente maggior consumo dei prodotti stessi. Questo studio potrà essere compito della merceologia unitamente alle tecnologie particolarmente interessate.
10. Notizie complementari. - Senza esorbitare dal suo compito precisamente tecnico, la merceologia non dovrà trascurare le notizie statistiche ed economiche che sono strettamente in relazione con le qualità tecniche delle merci. Così un quadro completamente merceologico dovrà comprendere lo studio delle statistiche di produzione, d'importazione ed esportazione dei singoli prodotti, che sono l'indice della loro importanza nel campo economico. Di più, mettendo quelle cifre in relazione con le qualità e i caratteri dei prodotti, si potrà talvolta dedurne le cause tecniche delle variazioni che avvengono nelle correnti di traffico che ad essi si riferiscono. E la merceologia potrà in questo campo portare il suo contributo proponendo, insieme con i tecnici specializzati, i rimedî da approntarsi. Lo stesso dicasi per i dazî doganali, la cui retta applicazione dipende particolarmente dal giusto apprezzamento merceologico delle merci, ciò che, come è risaputo, ha grandissima importanza nelle relazioni commerciali tra i diversi paesi.
Classificazione delle merci. - In un esame metodico delle merci può avere importanza dare loro un ordinamento schematico a seconda della loro origine, o delle proprietà, o degli usi, per meglio studiarle comparativamente. Molto si è discusso e si discute ancora a questo proposito e varie classificazioni sono state indicate come le più opportune. Alcuni vorrebbero ordinare le merci secondo la composizione chimica, altri secondo la loro origine, o la distribuzione geografica, altri secondo le sistematiche mineralogiche, botaniche, zoologiche. Ma è evidente che tutte queste classificazioni falliscono allo scopo, perché non è possibile con tali criterî raccogliere le merci in gruppi che si accordino poi con le consuetudini commerciali e dei mercati, giacché si avranno vicine merci disparatissime negli usi e nelle applicazioni, per quanto abbiano qualche carattere scientifico comune.
La merceologia, essendo disciplina eminentemente pratica che deve servire al commerciante o all'industriale nell'esplicazione delle loro attività, deve quindi ordinare le merci con un criterio prevalentemente utilitario. Ed è perciò invalsa nei più la consuetudine di classificare le merci secondo il loro uso, in una parola secondo la specializzazione dei mercati. Questa classificazione, o meglio raggruppamento, delle merci è poi la stessa che, oltre che dello studio merceologico, è presa come base dell'ordinamento di musei commerciali e merceologici, delle esposizioni e mostre commerciali, delle nomenclature doganali e ferroviarie, ecc. Essa e seguita anche dalla scuola merceologica italiana a scopo didattico per lo studio delle merci e si è dimostrata la più efficace dal punto di vista dell'insegnamento.
Con questi criterî le merci si raggruppano innanzi tutto in due grandi categorie e cioè in merci principalmente di origine inorganica e merci di natura organica. Ciascuna di queste categorie poi è suddivisa in sottogruppi a seconda degli usi e cioè:
1ª categoria. Materie prime e prodotti inorganici. - Minerali metalliferi, metalli e leghe; materiali da costruzione e da scultura; materiali per affilare e pulimentare; prodotti delle industrie ceramiche e vetrarie; pietre preziose; materie prime e prodotti dell'industria chimica; esplosivi; colori minerali; fertilizzanti; combustibili; olî minerali e affini.
2ª categoria. Materie prime e prodotti organici. - Prodotti alimentari di origine vegetale, animale e derivati; sostanze grasse e prodotti che ne derivano; prodotti delle secrezioni vegetali (essenze, gomme, resine, gomma elastica); materie coloranti; materie concianti; spoglie di animali e loro prodotti (pelli, penne, avorio, corallo, ecc.); fibre tessili e derivati (filati, tessuti); legnami e carta.
L'insegnamento della merceologia.- È impartito in tutti i paesi negl'istituti o scuole dedicate agli studî commerciali ed economici, con estensione più o meno grande a seconda delle finalità di questi istituti.
In Italia vi sono cattedre di merceologia nelle facoltà di scienze economiche e commerciali, e negl'istituti tecnici commerciali.
Negl'istituti d'istruzione media l'insegnamento della merceologia è regolato dal decreto legge 15 maggio 1933, n. 491, e dai provvedimenti relativi che stabiliscono i programmi e gli orarî di queste scuole. L'insegnamento della merceologia è biennale negl'istituti con indirizzo mercantile, e annuale in quelli con indirizzo amministrativo. Nelle scuole con il primo indirizzo sono anche prescritte esercitazioni pratiche in laboratorio e nel museo. La merceologia è pure insegnata nelle scuole professionali femminili, nelle scuole di magistero professionale per la donna, nelle scuole tecniche a indirizzo commerciale, ecc.
Essa è poi oggetto di particolare studio in alcuni istituti specializzati fra i quali la scuola di perfezionamento per gli ufficiali del commissariato delle forze armate e per gl'impiegati delle dogane, che ha sede presso la facoltà di scienze economiche e commerciali di Roma.
Laboratori e musei merceologici. - Oltre ai laboratori e alle collezioni merceologiche degl'istituti medî, sono annessi a quasi tutte le cattedre di merceologia degl'istituti superiori laboratorî merceologici, musei e collezioni di merci convenientemente classificate e ordinate. Vi sono poi in Italia altri laboratorî merceologici specializzati, quali, per es., il laboratorio centrale delle dogane in Roma e i 9 laboratorî compartimentali delle dogane distribuiti nei principali porti o centri di maggior commercio del regno, nei quali le merci che s'importano o che si esportano sono esaminate merceologicamente per il loro riconoscimento e studio secondo le finalità di questi istituti. Al laboratorio centrale di Roma è annesso un ricchissimo museo di merceologia, con più di 60.000 campioni delle merci più svariate. Laboratorî analoghi con musei sono quelli dei consigli provinciali dell'economia, tra i quali degni di nota quelli di Trieste e di Genova.
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