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mento

di Vincenzo Valente - Enciclopedia Dantesca (1970)
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mento

Vincenzo Valente

La parola ricorre solo nella Commedia, spesso per indicare altre parti del corpo umano, segnate dal m. come punto limite: If X 53 surse... / un'ombra... infino al mento, " con tutto il capo "; XX 12 tra 'l mento e 'l principio del casso (la sommità del petto), per indicare la gola; XXV 45 mi puosi 'l dito su dal mento al naso, cioè " sulle labbra "; XXVIII 24 dal mento infin dove si trulla, per significare il busto dal collo alle gambe; Alì è fesso nel volto dal mento al ciuffetto (v. 33), ossia nella faccia in tutta la sua lunghezza.

In If XXX 57 l'un [labbro] verso 'l mento e l'altro in sù rinverte, indica direzione, " in giù ". In altri due esempi della prima cantica (IX 99 ne porta ancor pelato il mento e 'l gozzo; XXXIV 53 Con sei occhi piangëa, e per tre menti / gocciava 'l pianto) il m. sta come tratto fisico umano trasferito a creature mostruose per l'incrocio tra il bestiale e l'umano: Cerbero, il gran vermo, e Lucifero, il vermo reo dalle tre facce.

Nei due esempi del Purgatorio, isolando realisticamente un particolare, m. è parte per il tutto: XIII 102 lo mento a guisa d'orbo in sù levava; XXXI 73 levai al suo comando il mento.

In Detto 195 la bocca e 'l naso e 'l mento, / ha più belli, il m. è dato come parte importante del volto femminile.

Vocabolario
ménto
mento ménto s. m. [lat. mentum]. – 1. a. In anatomia, la parte antero-inferiore della faccia, situata al di sotto del labbro inferiore, formata dalla protuberanza mentoniera del corpo della mandibola, il cui punto più sporgente (detto punto...
-ménto
-mento -ménto [lat. -mĕntum]. – Suffisso derivativo di nomi che indicano la nozione astratta dei verbi da cui sono tratti o designano l’effetto o il risultato dell’azione da essi espressa. Se il verbo appartiene alla prima coniug., il suffisso...
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