Mente di altri, lettura della
ménte di altri, lettura della. – Fra la fine del 20° e l’inizio del 21° secolo il dibattito sulla possibilità della comprensione della mente di altri, volta a spiegare il comportamento finalizzato dei propri simili (mindreading), si è esteso dall’ambito della psicologia (folk psychology) e dell’etologia cognitiva a quello delle neuroscienze e della neurobiologia, sulla base dell’individuazione delle basi neurologiche dell’ conseguente alla scoperta dei neuroni specchio. Diversamente da quanto avviene per la conoscenza dei propri stati mentali ai quali si ha un accesso privilegiato, quella degli stati mentali altrui è sempre indiretta e mediata, ma nel nuovo quadro delle neuroscienze e della neurobiologia per il mindreading si propone il proficuo impiego della simulazione immaginativa degli stati mentali altrui e delle azioni causate da tali stati, mediante l’assunzione, da parte di un soggetto, del punto di vista e dello stato conativo e cognitivo (desideri e credenze) altrui. Alvin I. Godman e Vittorio Gallese hanno studiato l’attività epistemica della simulazione connettendola a quella dei cosiddetti neuroni specchio, che origina una sorta di simulazione inconsapevole, al centro degli studi attuali sulla teoria della simulazione. In tale prospettiva di studio il mindreading si basa sull’attività neurocerebrale di rispecchiamento e, dal punto di vista evoluzionistico, costituisce la base di un meccanismo neurale favorevole alla sopravvivenza (C. Sekhar, A.I. Goldman, Simulation and the evolution of mindreading, 2005; A.I. Goldman, Simulating minds. The philosophy, psychology, and neuroscience of mindreading, 2006). È stato comunque notato (D. Papineau, 2003) che la possibilità stessa di lettura della mente di altri connoti individui già capaci di elaborare ragionamenti in base allo schema mezzi-fini e per questo non possa essere la via evolutiva mediante il quale tale schema viene appreso. In tale contesto di problemi il tema della lettura della mente di altri si connette direttamente con il dibattito sullo statuto della razionalità nel suo rapporto con le basi neurobiologiche e con l’adattamento evolutivo.