Menschen am Sonntag
(Germania 1929, 1930, bianco e nero, 74m a 24 fps); regia: Robert Siodmak, Edgar G. Ulmer, Rochus Gliese; produzione: Moritz Seeler per Filmstudio 1929; soggetto: Curt Siodmak; sceneggiatura: Billy Wilder; fotografia: Eugen Schüfftan; assistente operatore: Fred Zinnemann; scenografia: Moriz Seeler; musica: Otto Stenzeel.
Un sabato d'estate a Berlino: il traffico è intenso, le strade piene di gente, la città ferve di attività mentre termina la settimana lavorativa. Wolfgang, rappresentante di vini, conosce l'aspirante attrice Christl alla fermata del tram e la invita a trascorrere la domenica fuori città. Tornato a casa, propone la stessa cosa ai suoi vicini Erwin e Annie, un tassista e un'indossatrice che stanno avendo una lite perché lei vuole andare al cinema. La ragazza mette il broncio, mentre i due uomini, dopo qualche giro di carte e qualche birra, si danno appuntamento per il giorno successivo. La domenica mattina Christl arriva all'appuntamento con Brigitte, un'amica che lavora come commessa in un negozio di dischi; i quattro decidono di trascorrere la giornata nei boschi e sulla spiaggia di Wannsee, nei dintorni di Berlino. Bagno, picnic, fantasticherie al sole, passeggiate e corse tra gli alberi rendono piacevole la giornata di riposo. Le coppie si formano e si modificano, il rappresentante cerca di sedurre prima la bruna Christl, poi la bionda Brigitte, con la quale si apparta tra i cespugli. La sera ognuno fa ritorno a casa propria: Wolfgang ritrova la propria solitudine, Erwin la propria compagna rimasta tutto il giorno a letto. Il lunedì tutti tornano al lavoro. La città riprende la propria attività frenetica.
Nel cinema muto tedesco si intrecciano due principali componenti: l'espressionismo (che Lotte Eisner descriverà in L'écran démoniaque e che avrebbe avuto inizio nel 1913 con Der Student von Prag di Stellan Rye) e il realismo (il cui capostipite sarebbe Scherben di Lupu Pick, del 1921). Menschen am Sonntag, che precede di un soffio il passaggio al cinema sonoro, figura a prima vista quale risultato peculiare di questa seconda corrente. Certamente influenzato da Berlin. Die Sinfonie der Grossstadt di Walter Ruttmann, realizzato nel 1927, Menschen am Sonntag è comunque un film di fiction, anche se interpretato da attori non professionisti e in parte improvvisato. La Germania del 1929, pur essendo riu-scita a stabilizzare il valore della propria moneta e attraversando un periodo di relativa prosperità economica, doveva fronteggiare un alto tasso di disoccupazione cronica, che sarebbe quintuplicato l'anno successivo favorendo il crollo della Repubblica di Weimar e l'avvento del nazionalsocialismo. In questa situazione socio-economica, il film rappresenta una sorta di enclave: una domenica in una Germania ancora spensierata, che il sabato precedente e il lunedì successivo ferve però di attività. È il mondo delle persone comuni, degli operai, degli impiegati e delle commesse, un frammento della vita di una grande città, dove trova posto anche il sogno dei miti del cinema.
Il film di Robert Siodmak (più che di Edgar G. Ulmer o di Rochus Gliese, che sembrano aver avuto essenzialmente un ruolo di assistenti), coadiuvato dallo straordinario operatore Eugen Schüfftan, è caratterizzato da un uso delle inquadrature (primissimi piani, disposizioni asimmetriche degli elementi in campo, riprese dal basso verso l'alto) e della luce (frequenti controluce nei primi piani) che tende a trasporre il materiale umano sul piano della finzione, creando un contrasto evidente con le immagini della città (totali urbani molto più ampi, numerose riprese dall'alto verso il basso, in un mondo in cui gli individui sono sempre anonimi). Le immagini sono il frutto di un'attenta osservazione degli ambienti (in particolare quelli esterni), ma la rappresentazione appare comunque il risultato di un forte lavoro di messa in scena. In questo film non vi è nulla di casuale; al contrario, ciò che vediamo è il risultato di un percorso ben preciso.
Pochi altri film vedono riuniti così tanti esordienti che sarebbero poi diventati importanti figure del cinema internazionale. Immediatamente assunto dalla UFA dopo questa regia, Robert Siodmak abbandonò presto la Germania per sfuggire al nazismo, come del resto suo fratello Curt e gli altri compagni del gruppo che aveva dato vita a Menschen am Sonntag. Alcuni di loro si fermarono momentaneamente in Francia, ma tutti finirono per emigrare negli Stati Uniti dove ebbero inizio per loro luminose carriere hollywoodiane.
Interpreti e personaggi: Erwin Splettstösser (Erwin), Wolfgang von Waltershausen (Wolfgang), Christl Ehlers (Christl), Brigitte Borchert (Brigitte), Annie Schreyer (Annie), Heinrich Gretler (passante), Valeska Gert, Kurt Gerron, Ernst Verebes (bagnanti).
B. Wilder, Wir vom Filmstudio, in "Tempo", n. 169, 23 Juli 1929 (trad. fr. in "Positif", n. 465, novembre 1999).
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R. Borde, F. Buache, F. Courtade, Le cinéma réaliste allemand, Lyon 1965.
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Robert Siodmak. Zwischen, Berlin und Hollywood, a cura di H.C. Blumenberg, München 1980.
D.L. Alpi, Robert Siodmak, Jefferson (NC)-London 1998.
"Cinegrafie", n. 11, 1998, in partic. E. Dagrada, L'invenzione dell'uomo, di domenica. Cartoline da 'Menschen am Sonntag', M. Koerber, Sul restauro di 'Menschen am Sonntag'. Analisi di un caso specifico.