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MENIANO

di Giovanni Patroni - Enciclopedia Italiana (1934)
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MENIANO (maenianum)

Giovanni Patroni

Il significato originario della parola è: sporgenza (oltre la verticale dei muri o di un portico) collocata ad una certa altezza, e fatta in modo che le persone possano fermarsi su essa a godere la vista della via o della piazza, o gli spettacoli che vi si dànno; quindi loggia, balcone. Si traeva il nome da Gaio Menio (v.), censore nel 318 a. C., che primo avrebbe fatto sporgere travi sopra le tabernae veteres del Foro, per creare palchi sospesi o logge, in occasione di spettacoli. Vietati a Roma dalle più antiche leggi (Amm. Marcell., XXVII, 9, 8), i balconi non erano però cosa nuova in Italia; le urne etrusche rappresentano logge sia entro la verticale, sia sporgenti; e in Oriente l'uso doveva essere antichissimo, sia delle terrazze superiori, sia di logge sporgenti, come pare ne avesse già una in Caldea il palazzo del principe sumerico Gudea a Tello. Successivamente anche Roma e le città romanizzate ebbero i loro balconi.

Per naturale estensione si dissero meniani i diversi settori in cui era diviso orizzontalmente, negli edifici per pubblici spettacoli (teatri, anfiteatri, circhi), lo spazio destinato agli spettatori.

Vocabolario
meniano
meniano s. m. [dal lat. maenianum, dal nome di Gaio Menio (lat. Caius Maenius), censore nel 318 a. C.]. – 1. Nell’architettura romana, sporgenza (oltre la verticale dei muri o di un portico) a una certa altezza dell’edificio, a guisa di...
menare
menare v. tr. [lat. tardo mĭnare «spingere», propr. «spingere un animale minacciandolo con le grida o con la frusta», sign. rustico svoltosi dal lat. class. minari «minacciare»] (io méno, ecc.). – 1. In genere, sinon. di condurre, portare...
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