MENHIR (dal basso bretone men "pietra", e hir "lungo")
Tipo di monumento megalitico costituito da una pietra allungata, di forma irregolare, ma talvolta vicina alla conica o alla cilindrica, per lo più lasciata grezza, infissa nel terreno a guisa di obelisco. Fu detto anche "peulmen" (peul "palo", men "pietra"); ma la sua denominazione più semplice e più propria è "pietra-fitta" (in franc. pierre levée).
Isolati, o raggruppati in file e in circoli (alignements e cromlech; v. Megaliti), i menhir sono frequentemente associati con i dolmen, ovvero sorgono poco distanti da questi: primo argomento addotto dagli studiosi per attribuirli alla medesima età delle costruzioni dolmeniche, cioè l'eneolitica e del bronzo. L'area della loro diffusione coincide in generale con quella degli altri megaliti; sono abbondanti in Francia, nelle Isole Britanniche, nell'Africa Settentrionale (Algeria), e non mancano in Italia (Corsica, Sardegna, Puglie). L'inventario dei megaliti di Francia fa ascendere il numero dei menhir di questa nazione alla cospicua cifra di 6192: la regione più fornita è la Bretagna, con il Morbihan alla testa.
Le loro dimensioni variano sensibilmente, da pochi metri di elevazione fino ad altezze considerevoli di sette, otto, undici metri: il più grandioso che si conosca è un monolito granitico di Locmariaquer (Morbihan), alto m. 20,50 circa, denominato Men-er-Hroech (= pietra della fata), colpito probabilmente dal fulmine e atterrato.
Quanto alla significazione dei menhir, nulla di sicuro si può dire. Chi li spiega come simboli religiosi, o idoli primitivi da paragonarsi ai betili (v.), così venerati nell'Oriente semitico; chi li ha ritenuti monumenti commemorativi, chi semplici indicatori, sia di necropoli, sia di confine o d'altro; chi senz'altro li ha definiti monumenti funerari. È possibile che più soluzioni siano parimenti accettabili, e che la diversa grandezza debba essere uno dei primi criterî per la distinzione. In ogni modo, i più propendono ad attribuire la loro erezione a cause inerenti al culto delle pietre. Il cristianesimo ha fatto sì che molti menhir francesi venissero cristianizzati, con l'imposizione della croce sulla sommità. Scavi operati ai piedi di menhir armoricani, oltre ad avere accertato il carattere di indicatore funerario di alcuni, hanno anche rivelato i segni di cerimonie rituali compiute durante la loro erezione. Dibattuta fu la questione se i menhir portassero, come i dolmen, tracce di decorazione incisa o scolpita; qualche dato positivo fu offerto dalle ricerche di Z. Le Rouzic a Carnac (Armorica). A conforto può citarsi un gruppo di pietre-fitte della Sardegna ornate a rilievo di seni femminili ben evidenti; ma ciò le pone anzitutto in relazione col culto preistorico della donna nuda, simbolo della natura. Inoltre le pietre sarde, e alcune antropomorfe della Corsica, si legano alle pietre scolpite più o meno rozzamente con i tratti fisionomici o la figura dell'uomo, appartenenti a età più avanzata, dette appunto "statuemenhir" (ma con maggiore proprietà "statue-stele").
Bibl.: E. Cartailhac, La France préhist., Parigi 1889, pp. 314-326; J. Déchelette, Manuel, I, Parigi 1908, pp. 431-447; Z. Le Rouzic e Saint-Just Péquart, Carnac. Fouilles, ecc., Nancy-Parigi 1923; M. Ebert, Reallex. der Vosgesch., VIII, pp. 138-143 (s.v. menhir; cfr. anche IV,s. v. Frankreich).