Letterato spagnolo (Santander 1856 - ivi 1912). Insigne umanista, tradusse da Eschilo, Orazio, Cicerone; fu bibliografo ricco di dottrina e accuratissimo, come appare dal suo più antico lavoro, La novela entre los latinos (1875), e dall'opera della sua maturità, Bibliografía hispanolatina clásica (1902), che contribuì a restaurare la tradizione scientifica spagnola. Alla storia della cultura apportò validi contributi con La ciencia española (5 voll., 1887-88), Historia de las ideas estéticas en España (9 voll., 1882-91, rielab. 1890-1912), Historia de los heterodoxos españoles (1880-82). Numerosissime le sue opere per la conoscenza della cultura e della letteratura spagnola; fra di esse sono fondamentali, oltre quelle già ricordate, Calderón y su teatro (1881), Historia de la poesía hispanoamericana (4 voll., 1893-95), Estudios de crítica literaria (5 voll., 1884-1908), Orígenes de la novela española (1905-25), Historia de la poesía castellana en la Edad Media (3 voll., pubbl. 1911-16). È stata pubblicata un'edizione nazionale delle sue opere (49 voll., 1940-45).