MENELAION
Heroon a S-E di Sparta, sulla strada per Tripoli, alla confluenza dell'Eurota col Magoula. Era dedicato a Menelao ed Elena divinizzati, nell'antica località di Therapne, il cui nome ci viene ampiamente ricordato dalle fonti (Herod., VI, 61; Isokr., x, 63; Pol., v, 18 e 21; Liv., xxxiv, 28). Elena era considerata divinità della natura, a volte identificata con piante sacre e quindi intesa dendrìtis; ben poco, invece, sappiamo del culto tributato a Menelao, se non da un passo, peraltro poco chiaro, di Pausania (viii, 23, 4), da cui risulta che l'eroe era assimilato a culti agresti.
Il sito del M. fu identificato nel 1833 dal Ross, e nel 1900 il Kastriotis, per la Società Archeologica Greca, vi eseguì i primi scavi; ma si può dire che il monumento è stato effettivamente scavato dalla Scuola Archeologica Inglese nel 1909. È venuta in luce una vasta piattaforma rettangolare (m 23,80 × 16,6o) di blocchi di conglomerato, su cui si leva un piccolo tempio (m 8,6o × 5,45), al quale si accede da una rampa situata lungo il lato O della piattaforma. La costruzione è del V sec. a. C. - forse posteriore al disastroso terremoto del 464 (Thuc., i, 101-103; Diod., xi, 63; Paus., iv, 24, 6) - e ricalca la pianta di un edificio più antico di minori proporzioni. Gli scavi hanno dimostrato. che il sito era occupato fin dal millennio, epoca a cui bisogna far risalire il culto di Menelao ed Elena, sviluppatosi in età micenea, poi interrotto, e quindi ripreso sullo stesso sito. I materiali archeologici rinvenuti nello scavo (per lo più ex voto fittili: terrecotte micenee, geometriche; protocorinzie e laconiche; ceramica geometrica e laconica di ogni stile noto; e una grande quantità di figurine di piombo ritagliate), fanno certi della continuità del culto tributato in quel luogo.
Bibl.: G. Bendinelli, in Enc. Ital., XXXII, 1936, p. 309, s. v. Sparta, topogr. arch., con fig.; P. F. Perdrizet, in An. British Sc. Athens, 3, 1896-7, p. 161 ss.; A. J. B. Wace, M. S. Thompson, J. P. Dropp, ibid., 15, 1908-9, p. 108 ss., tavv. V-X: E. Kirsten-W. Kraiker, Griechenlandkunde, Heidelberg 1955, p. 208.