Memorias del subdesarrollo
(Cuba 1968, Memorie del sottosviluppo, bianco e nero, 97m); regia: Tomás Gutiérrez Alea; produzione: Miguel Mendoza per ICAIC; soggetto: dall'omonimo romanzo di Edmundo Desnoes; sceneggiatura: Tomás Gutiérrez Alea, Edmundo Desnoes; fotografia: Ramón F. Suárez; montaggio: Nelson Rodríguez; scenografia: Julio Matilla; costumi: Elba Pérez; musica: Leo Brouwer.
Cuba 1961. Sergio assiste alla partenza della moglie Laura che ha deciso di andare in esilio negli Stati Uniti. Ora che è solo, all'ultimo piano del suo palazzo nel Vedado a L'Avana, può mettersi finalmente a scrivere il libro che ha sempre avuto in mente. Il libro è una sorta di diario, che è poi il film stesso, in cui si incrociano ricordi infantili, riprese documentarie, registrazioni di discorsi con Laura, inserti televisivi, immagini del dittatore Batista, della tentata invasione organizzata dalla CIA alla Playa Girón. Nel frattempo conosce Elena, una ragazza che vuol fare del cinema. Tra i due inizia una relazione, ma Sergio perde in fretta ogni passione nei suoi confronti. La ragazza si vendica denunciandolo per stupro. Il tribunale le dà torto e Sergio viene assolto. 22 ottobre 1962: in televisione John F. Kennedy annuncia l'isolamento di Cuba. È la crisi che porta il mondo sull'orlo della guerra atomica.
Quando Tomás Gutiérrez Alea cominciò a girare Memorias del subdesarrollo, la rivoluzione cubana non aveva ancora dieci anni. Anche Sergio Corrieri, l'attore protagonista, era troppo giovane per fare la parte del trentottenne Sergio. Tanto che fu necessario tingergli i capelli per invecchiarlo un po'. La crisi della Baia dei Porci era passata, ma Cuba era ancora in piena trasformazione, con tutte le contraddizioni e le speranze che questo comportava. Nel tentativo di raccontare tutto questo Gutiérrez Alea e Edmundo Desnoes misero in campo un'operazione estremamente complessa.
Potevano limitarsi a mostrare quanto di buono e di nuovo stava accadendo nell'isola. E questo sarebbe stato un semplice film a tesi. Potevano concentrarsi soltanto sulle ansie e le frustrazioni di uno scrittore o di un regista di fronte al mondo. Facendo così un film molto intellettuale e molto nombriliste. Potevano, al contrario, nascondersi dietro le immagini documentarie, far parlare la cronaca. Di nuovo, col risultato di rasentare il film di propaganda. Oppure fare perno su una storia d'amore, magari quella con Hanna che Sergio ancora rimpiange o quella con Laura che è appena finita o ancora quella che inizia con Elena e che dura pochissimo tempo. Nella speranza che, attraverso queste storie, fosse possibile rendere conto anche di una realtà più vasta.
Gutiérrez Alea e Desnoes decisero invece di fare tutte queste cose insieme. Così che fosse il contrasto tra queste a dar vita al film. Così che le immagini di Batista si mettessero a 'discutere' con quelle della rivoluzione. Che il sonoro s'incaricasse di smentire le immagini (vedi i commenti fuori campo di Sergio) e di falsare la cronologia, andando avanti e indietro nel tempo (vedi il nastro registrato della lite con Laura). Così che al sottosviluppo di un paese come Cuba facesse eco il sottosviluppo affettivo di Sergio, uno che fa fatica a scegliere la propria vita, per non parlare della donna con cui vivere. Tutto insieme, senza stacchi. Gutiérrez Alea affida alla giustapposizione di materiali eterogenei, alle sfasature tra il sonoro e il visivo, ai salti cronologici, il compito di testimoniare le contraddizioni, ma anche la vitalità di quel periodo storico. È per questo che Sergio non è né un rivoluzionario né un gusano (un verme, così venivano chiamati quelli che fuggivano da Cuba verso gli Stati Uniti). Sergio è dentro e fuori. È vero, è la voce del film, ma è non la sola voce. È una sorta di sonda che attraversa l'isola, che guarda il mondo con un telescopio dall'alto del suo appartamento nel Vedado. Ma il suo non è l'unico sguardo.
Memorias del subdesarrollo è stato il primo film cubano a meritare un'attenzione internazionale. La sua struttura lo apparenta inevitabilmente ad analoghe esperienze soprattutto europee. In particolare la riflessione dell'intellettuale su se stesso (Gutiérrez Alea compare anche fisicamente nel film e discute del film stesso) non mancò di attirare la critica sia europea che nordamericana. Ma Memorias del subdesarrollo è un film così polifacético che alla fine anche la critica rischiò di divergere. Ci fu perfino chi arrivò a scambiare Gutiérrez Alea per un dissidente. Il che, più che rappresentare un caso di imprudenza critica, al contrario finisce per testimoniare la problematicità e la modernità del film. In ogni caso la National Society of Film Critics decise di assegnarli un premio che consisteva, tra l'altro, in un assegno di duemila dollari. Peccato che a Gutiérrez Alea venisse negato il visto d'ingresso negli Stati Uniti. Che qualcun altro, un nordamericano, potesse andare a ritirarlo al suo posto era impossibile. Sarebbe stato contrario a una legge che si chiama Trading with the Enemy Act. Gli Stati Uniti avevano decretato l'embargo su Cuba e nessuno poteva fare affari con l'isola, neppure affari culturali. Anche senza quei duemila dollari, Gutiérrez Alea continuò a fare cinema, sempre dalla parte del nemico. Nel 1994 si tolse anche il gusto di ricevere una nomination all'Oscar per la love story omosessuale Fresa y chocolate (Fragola e cioccolato, 1993, diretto assieme a Juan Carlos Tabío). Due anni dopo morì di cancro a L'Avana.
Interpreti e personaggi: Sergio Corrieri (Sergio Carmona Bendoiro), Daisy Granados (Elena Josefa Dorado), Eslinda Nuñez (Noemí), Beatriz Ponchova (Laura), Omar Valdés, René de la Cruz, Yolanda Farr, Ofelia González, José Gil Abad, Daniel Jordan, Luis López, Rafael Sosa, René Depestre, David Viñas, Jack Gelber, Gianni Toti, Edmundo Desnoes, Tomás Gutiérrez Alea.
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Sceneggiatura: 'Memories of Underdevelopment', Tomas Gutiérrez Alea, director and 'Inconsolable Memories', Edmundo Desnoes, author, New Brunswick (NJ)-London 1990.