(gr. Μέμνων) Mitico figlio di Titone e dell’Aurora (Eos), re degli Etiopi. Intervenuto durante la guerra di Troia in aiuto dello zio Priamo, uccise Antiloco accorso in aiuto del padre Nestore e combatté poi contro Achille venuto a vendicare l’amico caduto. Le madri dei due eroi si rivolsero a Zeus che pesò le sorti dei combattenti: cadde la sorte di M. che dovette soccombere, ma l’Aurora ne ottenne da Zeus l’immortalità. Secondo altre tradizioni più recenti, quando il corpo di M. bruciò sul rogo ed egli si trasformò in uccello, si videro volare dalle sue ceneri uccelli (Memnonĭdes) che ogni anno si raccolgono sulla sua tomba presso Cizico e divisi in due gruppi lottano finché la metà di essi perisce.
M. ebbe un tempio in Tebe d’Egitto. Due statue gigantesche di arenaria dinanzi al tempio di Amenhotep III erano dette dai Greci colossi di M.; una delle due, danneggiata nel 27 a.C. da un terremoto, iniziò a emettere un suono a ogni sorgere del Sole: il fenomeno, identificato dagli antichi come un saluto che M. rivolgeva alla madre Aurora, era probabilmente dovuto all’effetto che lo sbalzo di temperatura provocava sulla pietra fessurata e cessò dopo il restauro dell’età di Settimio Severo.