MELO
Albero della fmmiglia Rosacee-Pomoidee, alto 6-10 m. o arbusto di 2-3 m.; rami giovani, pelosi, poi lucidi e rosso-bruni. Gemme pelose; le foglie sono sparse, alterne, ovali, brevemente acuminate, seghettate ai margini, con peduncolo uguale alla metà della lamina; i fiori sono riuniti in piccolo numero in cime ombrelliformi, pentameri con petali obovati (lunghi cm. 2,5) bianchi, rosei o rosei esternamente e bianchi all'interno, stami numerosi, carpelli 5 saldati e circondati dal ricettacolo che diviene polposo e ravvolge un frutto di consistenza pergamenacea; stili concresciuti alla base o saldati a metà. Falso frutto a pomo, verdastro, giallastro, sfumato o striato di rosso o rosso del tutto. Vive in Europa, nell'Anatolia, nel Caucaso e in Persia. Fiorisce in marzo-aprile e matura i frutti, a seconda delle varietà, in estate, autunno o inverno.
Si distinguono due sottospecie:
I silvestris Müll.; Malus acerba Med.; Pirus malus silvestris L.; P. malus L.; varietà austera Wallr.; var. acerba Aschers.
II pumila Mill.; Pirus pumila Hort.; Malus paradisiaca Med.
Questa seconda sottospecie comprende le varietà: paradisiaca L., tomentosa Koch., domestica C.K. Schneider; da quest'ultima derivano la maggior parte delle numerose forme di mele coltivate.
Esse sono circa 1500; i loro frutti vanno dalla grossezza di una noce alla testa di un piccolo bambino; secondo la maturazione si distinguono in estive, autunnali e invernali, e secondo la forma in tonde, appuntite, piatte e oblunghe. Si riuniscono secondo Diel-Lucas in 15 famiglie, ciascuna delle quali si divide tenendo conto dell'epoca della maturazione in tre gruppi e ogni gruppo è distinto in sottogruppi secondo la forma.
Le famiglie sono: 1. Calville, 2. Caravelle e Battocchie, 3. Calville bastarda, 4. Mele rosa, 5. Mele colombine, 6. Mele da libra, 7. Renette da libra, 8. Renette cerine o unicolori, 9. Renette bastarde, 10. Renette rosse, 11. Renette ruggini e grigie, 12. Renette dorate, 13. Mele striate, 14. Mele non striate appuntite, 15. Mele non striate piatte. Le varietà sono sorte soprattutto in seguito alla coltivazione e alla selezione; è certo che all'epoca dei Romani e nel Medioevo se ne conoscevano pochissime: esse si sono sviluppate per la maggior parte fra il 1700 e il 1900.
Le principali varietà italiane, secondo D. Tamaro, sono: Annurca, Api piccolo, Attalino, Borda o mela ruggine, Calamana Trevigiana, Campanino, Decio (tutte invernali); Bianco di luglio o Flabewg o Angelo Longone (estiva), Frascona (invernale), Gelata o mela dall'olio (invernale), Limoncella (invernale), Losa, Mela di Norcia o Panaia, Paradiso, Renetta vera (maturano i frutti da dicembre ad aprile); Rosa, Verdiso, Zambone, Zitella di Somma.
Oltre che per i frutti, si coltivano taluni meli per ornamento: Malus microcarpa spectabilis originario della Cina e del Giappone, fiorisce in maggio; Malus microcarpa spectabilis grandissima Carr., M. microcarpa floribunda Carr., d'origine giapponese, M. microcarpa tenuiflora Carr., M. microcarpa Kaido anch'esso giapponese, M. microcarpa baccata Carr.; i loro frutti possono anche essere mangiati e hanno buon sapore, specialmente se raccolti con opportune cautele e conservati nel fruttaio.
Coltivazione. - Il melo è proprio del centro e del nord d'Europa e può vivere a notevole altitudine, perché non teme troppo il freddo e non ha bisogno di molto calore e luce per maturare i frutti. Fiorisce a fine febbraio, in marzo o aprile, sopporta freddi anche di −30°, mentre i colpi di sole primaverili danneggiano gli stami e nuocciono alla fecondazione: in Norvegia giunge a 67° lat. N. e a S. si spinge fino alla Sicilia e alla Sardegna; in Italia raggiunge i 1400 m. s. m. I frutti sono più saporiti al Nord che al Sud. Preferisce le esposizioni di levante o ponente senza venti: nell'Italia meridionale bisogna evitare le esposizioni troppo calde. Quanto ai terreni sono da preferirsi quelli argillo-calcarei o argillo-silicei freschi, con sottosuolo permeabile. Nei terreni umidi prima si sviluppa vigorosamente, poi ammala di cancrena e deperisce, si copre di licheni. Si moltiplica per seme (per avere soggetti franchi di piede o nuove varietà), per innesto (sul franco, sul dolcigno o sul paradiso) e per talea, ma quest'ultima pratica non è consigliabile. S'innesta a gemma dormiente, a spacco e anche a corona. Si coltiva, specialmente in aperta campagna, per fare prati arborati, collocando le piante a 10-12 m. l'una dall'altra.
Le mele mature hanno la seguente composizione chimica: acqua 84,37%; glucosio 8%, saccarosio 4% (il complesso degli zuccheri varia secondo il grado di maturità dal 6-16%), cellulosa 0,9%, pentosani, 0,5%, lignina 0,4%, acidi liberi (malico e citrico) 0,6%, acidi combinati 0,2%, grassi 0,3%, albumina 0,1%, tannino o,3%, pectina 0,4%, ceneri 0,3%. I semi contengono 24-27% di olio grasso.
Le mele si mangiano fresche crude, secche, cotte o preparate sotto forma di composte, marmellate, gelatine, canditi. Servono anche a fabbricare il sidro e a fare liquori. È frutto salubre, piacevole e rinfrescante: cotto è indicatissimo per malati e convalescenti. Per le loro proprietà acidule, zuccherine e mucillaginose le mele passano per emollienti e leggermente lassative.
Malattie e cause nemiche. - I meli resistono molto ai geli. Fra parassiti vegetali (funghi) danneggiano i meli: Gymnosporangium clavariforme (forma ecidiofora Roestelia penicillata) e G. tremelloides (forma ecidiofora R. mali), Fusicladium dendriticum, Sphaerotheca Castagnei, Podosphaeria oxyacanthae, P. leucotricha; talune muffe (Botrytis, Penicillium, Aspergillus, Phoma, Gloeosporium); gravi danni arreca la Nectria ditissima, che forma sui rami tumori grossi anche come la testa d'un bambino. E fra gl'Imenomiceti: Fomes ignarius e le rizomorfe di Armillaria mellea.
Fra gli animali: Myzoxylus laniger, Psylla mali, Coccus mali, Dasyneura mali, Haplocampa testudinea, parecchi coleotteri fra cui Anthonomus pomorum, Rhynchites caeruleus, R. auratus, R. bacchus.
Le larve di Carpocapsa pomonella arrecano gravi danni, inoltre Hyponomenta malinella, Blastodacna putripennella, Argyresthia coniugella, Chloroclytis rectangulata, Lithocolletis pomifoliella, Nepticula pomella.
Il genere Malus è stato istituito da J. Tournefort (1737) separando alcune specie che Linneo (1735) aveva riunito nel genere Pirus che comprendeva pero, melo, sorbo, lazzeruolo, cotogno, nespolo, ecc. Le specie di Malus conosciute erano prima due o tre; A. de Candolle nella sezione Malus del genere Pirus le portò a nove; J. Decaisne ne descrisse 13 e ora forse il numero è molto aumentato.
Secondo A. Engler (Syllabus der Pflanzenfamilien) il gen. Malus costituisce una sezione o sottogenere di Pirus caratterizzata dagli stili riuniti alla base (v. pero).
Bibl.: A. Molon, Pomologia, Milano 1905; T. Tamaro, Trattato di frutticoltura, Milano 1915; E. Bassi, Frutticoltura, Torino 1932.