MELILITE
. II nome, alludente al color giallo-miele (dal gr. μέλι "miele" e λίϑος "pietra"), fu dato dal Delametherie al minerale di Capo Bove; quello del Vesuvio fu chiamato, da Monticelli e Covelli, humboldtilite. La melilite ha costituzione chimica complessa e ancora non ben definita: generalmente è ritenuta un'associazione di più molecole di silicati. Secondo recenti ricerche appare probabile l'associazione di sarcolite Ca3Al2Si3O12, sarcolite sodica Na6Al2Si3O12, åkermanite Ca2MgSi2O7 e velardiñite Ca2Al2Si2O7 o l'altra in cui all'akermanite si uniscono gehlenite, sodamelilite Na2Si3O7 e submelilite CaSi3O7. Si altera frequentemente in sostanze zeolitiche. Cristallizza nel sistema tetragonale a: c=1:0,4548 (Des Cloizeaux); in cristalli prismatici tozzi, o tabulari, piuttosto poveri di forme, non comuni (vedi fig. 1); sfaldatura generalmente facile secondo {001}, difficile secondo {110}. Nella melilite delle rocce è frequente una particolare fibrosità parallela all'asse verticale (v. fig. 2). Peso specifico 2,9, durezza 5. Colore vario, bianco, giallo, rosso, bruno; lucentezza vitrea. Rifrazione, circa 1,63; birifrazione di segno variabile, molto bassa. È costituente di rocce e si trova anche nei proietti vulcanici del Vesuvio e del Lazio.
Rocce melilitiche. - Formano una famiglia petrografica non ben delimitata, costituita da poche rocce effusive, che non trovano corrispondenza in nessuna forma intrusiva conosciuta, e cioè, principalmente, dai basalti melilitici, dalla venanzite o euctolite di S. Venanzo (Orvieto) e dalla coppaelite di Coppaeli di Sotto (Rieti); queste ultime due rocce sono classifcate dal Rosenbusch fra i lamprofiri effusivi. I basalti melilitici, costituiti essenzialmente da melilite, augite e olivina, con perowskite accessoria, hanno notevole sviluppo nel Giura svevo, nell'Africa orientale e nel Madagascar.
La roccia di S. Venanzo contiene cristalli porfirici di olivina, flogopite e melilite, in una massa fondamentale degli stessi minerali, ai quali si aggiungono leucite, perowskite, ecc. Quella di Coppaeli differisce dalla precedente per la mancanza dell'olivina e della leucite, e per la presenza di un pirosseno diopsidico.
La melilite, oltre che nelle rocce melilitiche, è stata trovata anche in alcune forme filoniane corrispondenti ai magmi essexiticoteralitici (monchiquiti, alnöiti, ecc.), in certe nefeliniti (nefeliniti melilitiche), in alcuni basalti nefelinici, e nelle leucititi.