MELIKERTES - PALAIMON (Μελικέρτης, Παλαίμων)
Personalità divina di origine probabilmente preellenica, che figura costantemente associata nel destino funesto e nella risurrezione alla madre Inò-Leukothea. La fin troppo facile e vistosa assonanza del nome M. con quello del fenicio Melqart sembra ora dai più rifiutata o almeno sminuita d'importanza.
Nel mondo mitico dei Greci M. è figlio di Athamas e di Inò tebana e si trova, in tenerissima età, implicato nelle atroci tragedie della sua famiglia (v. athamas; leukothea; phrixos). In braccio alla madre che fugge dinanzi alla furia di Athamas, M. precipita nel mare presso Megara per risorgere come divinità marina Palaimon sulla costa di fronte dell'Istmo. Il fortunoso trapasso si opera in varî modi a seconda delle tradizioni, ora attraverso una miracolosa sopravvivenza, ora attraverso una morte e una trasfigurazione. Così M. sarebbe approdato sull'Istmo montato su un delfino: oppure sarebbe stato trasportato già morto sul mare per trovare onorata sepoltura sotto un abete della spiaggia. I giochi istmici, istituiti dal dinasta Sisifo, non sono altro che dei ludi funebri in onore del fanciullo Melikertes.
Se per la madre è possibile, almeno in una certa misura, distinguere una iconografia di Ino da quella di Leukothea, per il figlio tale problema non esiste. M. ci appare unicamente come un bimbo nelle braccia della madre che disperata si lancia nel mare su alcune monete di Corinto: per il resto le figurazioni, del resto assai rare, debbono piuttosto riferirsi al dio marino Palaimon. Persino nel mosaico di St. Rustice a Tolosa, in cui ninfe e centauri marini appaiono tutti distinti da un nome famoso, uno di quei consueti gruppi familiari del mare costituito da un Tritone con una Nereide e un putto, porta il nome di Glaukos, Ino e Palaimon; come a indicare il prevalere di questa seconda personalità sulla prima anche in questo momento di transizione.
Numerose immagini di Palaimon sono ricordate a Corinto e negli immediati dintorni. Nell'Istmo è ricordato un tempio di Palaimon in cui questi figurava accanto a Posidone e a Leukothea. Il dio appariva anche ritto su un delfino in un gruppo dedicato da Erode Attico nel tempio di Posidone sull'Istmo e in quello del Lechaion. Nelle Imagines di Filostrato è descritto un dipinto con l'arrivo del fanciullo sull'Istmo secondo una tradizione mitica non nota da altre fonti: Palaimon sarebbe giunto alla riva addormentato, salvato da un delfino e accolto da Posidone e da Sisifo. Di queste immagini sopravvive il ricordo in monete di Corinto dove il giovane dio appare ritto su un delfino. E tale è l'aspetto in cui dovette essere familiare agli antichi, auriga parvulus delphini Palaemon (Apui., Met., iv, 31).
Immagini sicure di Palaimon sono peraltro estremamente rare, per quanto non poche statue giovanili con emblemi marini siano state occasionalmente chiamate con questo nome. Allo stesso modo non completamente rassicurante è la identificazione di P. in due pìnakes corinzî in cui figura un personaggio barbato cavalcante un delfino. In base al già ricordato mosaico di St. Rustice si è proposto di riconoscere il gruppo Glaukos-Ino-Palaimon in un piatto d'argento tardo-antico del Museo Benaki, così come in altri tempi si era veduto Palaimon infante nel cammeo di Vienna. Un caso tipico per l'estensione di una ben nota personalità divina a personaggi affini può vedersi in un mosaico di Antiochia in cui un centauro marino porta apposto il nome di Palemon.
La scarsità di immagini del dio è tanto più singolare in quanto i recenti scavi dell'Istmo hanno rivelato gran parte del santuario di Posidone e persino il piccolo tempio con àdyton sotterraneo di Palaimon senza portare il benché minimo dato sulla iconografia del dio. Del tutto isolata e di altro carattere, ctonio anziché marino, è il Palaimon che appare in un rilievo votivo recentemente scoperto in un santuario ad Eracle Pankràtes sull'Ilisso. Palaimon, che del resto è già altre volte associato ad Eracle, appare qui come un personaggio autorevole e barbato, seduto su una roccia, con un mantello drappeggiato intorno alle anche e un grande corno d'abbondanza sul braccio come Ploutos.
Monumenti considerati. - Monete di Corinto: Gardner-Imhoof, Numismatic Commentary on Pausanias, tav. B, Io. Mosaico di St. Rustice: Bull. Inst., 1834, p. 157. Piatto d'argento del Museo Benaki: Ephem. lxxxi-lxxxiii, 1942-44, p. 37 ss. Pìnakes corinzî: Jahrbuch, xi, 1897, p. 47, n. 148 a, 149 a. Rilievo votivo dall'Ilisso: Praktikà, 1953, p. 47.
Bibl.: v. Leukothea.