MELDOLA (A. T., 24-25-26)
Piccola città della provincia di Forlì (Emilia), a 57 m. s. m., e a 13 km. a SSE. di Forlì, sulla sinistra del torrente Ronco. Risalente all'alto Medioevo, è sorta lungo la strada che rimonta la valle del Ronco, proprio là dove il torrente fa un largo gomito a E.; il ponte sul Ronco è una bella costruzione veneziana del 1503. La cittadina ha forma rettangolare, tagliata dalla strada provinciale, lungo la quale si allineano le case. Ha una bella piazza, un vasto palazzo comunale e alcune belle chiese. Della rocca, eretta nel sec. XIII e appartenuta ai Malatesta di Rimini, poi agli Ordelaffi, non rimane che un maschio, circondato da muraglioni su una collinetta sopra la città. Il territorio comunale (83,50 kmq.), che è in collina in gran parte, è stato ingrandito con l'aggiunta di frazioni del soppresso comune di Teodorano e del comune di Civitella. Diviso in 7 frazioni, contava 10.392 ab. nel 1931. Ricco di ogni prodotto del suolo, specialmente di viti, ha anche industrie, fra cui principale la lavorazione dei bozzoli. Un servizio automobilistico unisce Meldola con Forlì.
Storia. - I primi ricordi di Meldola e del suo castello sono del sec. XI. Tenuta dagli arcivescovi di Ravenna e saltuariamente dai conti di Bertinoro, seguì poi le vicende del contado forlivese. Verso la metà del sec. XV l'ebbe Malatesta Novello, signore di Cesena. Alla sua morte (1465), mentre il resto dello stato tornava alla Chiesa, fu concessa a Roberto di Sigismondo, e dopo la tennero il figlio Pandolfo, il Borgia, i Veneziani. Tornata alla Chiesa, fu feudo dei Pio da Carpi (1518), degli Aldobrandini (1597), dei Pamphili (1647) e dei loro eredi Doria e Borghese (1763-1797).
Bibl.: L. Marinelli, La rocca di Meldola, in Cronache d'arte, III (1926), pp. 125-132.