MELANZIO (Μελάνϑιος, anche Μέλανϑος; Melanthius)
Pittore della scuola sicionia, del sec. IV a. C., più volte ricordato dalle fonti. Insieme con Apelle fu allievo di Pamfilo. Dipingeva (Plinio, Nat. Hist., XXXV, 50) usando ancora i quattro colori tradizionali (bianco, nero, rosso e giallo) e, superiore ad Apelle nella composizione, si distingueva (Diog. Laert., IV, 18) per l'originalità e la severità cui improntava le sue opere. Di nessuna di queste abbiamo la descrizione, tranne d'una che M. aveva dipinto con la collaborazione dei pittori della sua scuola. Vi era rappresentato il tiranno Aristrato su carro tirato da una nike. Arato, per il suo odio ai tiranni, aveva ordinato che il quadro fosse distrutto, sennonché l'intercessione del pittore Nealke riuscì a evitare in parte lo scempio: furono lasciati il carro e la nike, e alla figura del tiranno si sostituì una palma. Plutarco (Arat., 13), che ci riferisce l'aneddoto, soggiunge ironicamente che della distrutta figura del tiranno rimasero i piedi occultati dal carro.
Al pari di Apelle, M. fu un teorico dell'arte: scrisse sulla pittura e, sembra, anche sulle proporzioni, se, come si crede, il Melampus di Vitruvio (VII, praefat., 14), che è da correggere in Melanthius, è lo stesso M. pittore.
Bibl.: H. Brunn, Gesch. griech. Künstl., Stoccarda 1889, II, par. 142-44 e 369; E. Pfuhl, Zeich. u. Maler. der Griechen, II, Monaco 1923, par. 795.