Uzun, Mehmed
Uzun, Mehmed. – Scrittore e saggista (Siverek 1953 - Diyarbakır 2007), considerato tra i più importanti autori di lingua curda. Dopo essere stato incarcerato due volte con l’accusa di separatismo, si rifugia prima in Siria e poi in Svezia, dove nel 1977 gli viene concesso l’asilo politico. Privato della cittadinanza turca nel 1981 per un articolo apparso in Svezia a difesa degli intellettuali turchi incarcerati dopo il colpo di stato del 1980, U. ritorna in Turchia per la prima volta nel 1992 e poi definitivamente soltanto nel 2005. Al romanzo d’esordio «Tu » (Tu), del 1984, ne seguono altri sei, tra cui Siya Evînê («All’ombra di un amore perduto, 1989»), con cui s'impone all’attenzione di pubblico e critica. Al centro delle narrazioni di U. ci sono temi quali l’amore, la lotta politica, i conflitti e la memoria. In tutti i suoi lavori, permeati da un profondo senso di sradicamento, sofferenza e nostalgia, U. dà voce alle storie dimenticate del popolo curdo attingendo ai ricordi della sua infanzia, ma anche passando al setaccio la letteratura orale tramandata dai dengbêj, i trovatori curdi. U. scrive in curdo kurmanji, sua lingua madre, il cui uso è stato a lungo scoraggiato in Turchia e ufficialmente vietato tra il 1983 e il 1991. Oltre a scrivere romanzi, U. ha condotto un lavoro di ricerca volto al recupero della lingua e della cultura curda, curando, tra le altre cose, un’antologia di letteratura curda, Antolojiya edebiyata kurdî (1995), e numerosi saggi, molti dei quali scritti in turco. I lavori di U., tradotti in turco, sono stati messi al bando in Turchia per molti anni. Ancora nel 2001 fu accusato di incitamento al separatismo, dopo la ristampa della collezione di saggi Nar Çiçekleri («Fiori di melograno», 1995) e dell’apparizione nel 2000 della traduzione turca del romanzo Ronî mîna evîne tarî mîna mirinê («Luminoso come l’amore, buio come la morte», 1998), narrazione allegorica del conflitto tra curdi e turchi attraverso la storia d’amore tra una giovane guerrigliera e un militare. Nel 2002 U. ha subito un’analoga accusa per la raccolta Bir Dil Yaratmak («Inventare una lingua, 2001»), contenente una serie di sue interviste sulla cultura curda e sulla necessità di creare anche una letteratura in lingua curda. L’ultimo romanzo che U. ha completato prima della sua prematura scomparsa è il magnum opus Hawara Dîcleyê («Il grido del Tigri», 2001), un viaggio nelle molteplici culture della Mesopotamia e dell’Anatolia del 19° sec., da lui considerato il suo testamento spirituale.