megafonare
v. tr. e intr. Urlare con il megafono; anche nell’uso figurato, con il valore di ‘amplificare’.
• Gli organizzatori del corteo, ripiegati al Titanic, megafonavano ai loro compagni censurando il fatto che «lo Stato ha mostrato il suo vero volto», ma «anche noi non siamo stati all’altezza di non impedire ciò che non volevamo succedesse». (Roberto Fuccillo, Repubblica, 28 settembre 2008, Napoli, p. VII) • «Denunce e voti in condotta non ci fermeranno». Con questo striscione, appeso questa mattina fuori da alcune scuole capitoline (Mamiani, Visconti, Pasteur, Virgilio, Albertelli), gli studenti romani metteranno in atto la loro protesta di solidarietà contro i provvedimenti legislativi avviati da alcuni presidi dopo le occupazioni avvenute le scorse settimane. «Oggi a ricreazione ‒ annunciano i collettivi auto-organizzati ‒ faremo sentire la nostra voce di dissenso, megafonando sotto le finestre di presidi e professori». (Ve[ronica] Cur[si], Messaggero, 19 novembre 2008, p. 36, Cronaca di Roma) • Sia la politica istituzionale che quella antagonista militante, con la grancassa dei media, si occupano invece degli aspetti più tragici e bui, esasperandoli, «megafonandoli». (Stefano Jesurum, Corriere della sera, 6 aprile 2012, p. 47, Cultura).
- Derivato dal s. m. megafono con l’agg. del suffisso -are1.
- Già attestato nella Repubblica del 5 febbraio 1992, p. 20 (Paolo Boccacci).