MEDICI di Marignano, Gian Giacomo de' (detto il Medeghino)
Nacque a Milano nel 1495 da Bernardo Medici e da Cecilia Serbelloni, primogenito di molti fratelli e sorelle, tra cui Giovanni Angelo, il futuro papa Pio IV, e Margherita, sposata al conte Giberto Borromeo e madre di San Carlo Borromeo. Tutt'altro che stoffa di santo era invece Gian Giacomo, presto segnalatosi per violenze e delitti; alcuni dei quali, pare, eseguiti per incarico del cancelliere di Milano, Girolamo Morone, e dello stesso duca Francesco II Sforza. Riuscito nel 1523 a ottenere il castello di Musso, rocca munitissima sul lago di Como, ne fece un covo di masnadieri (dapprima circa 70; poi molti di più), lo rafforzò ancora, si costruì una flotta di molte navi; e così si costituì quasi un piccolo stato a sé, che per un certo momento fu minacciosissimo agli stessi Svizzeri e Grigioni. Il M. infatti, dopo avere occupato le Tre Pievi, cercava d' impadronirsi, col consenso del duca di Milano, di Chiavenna e della Valtellina: riuscì con un colpo di mano, nel gennaio 1525, a impadronirsi di Chiavenna, poi si buttò sulla Valtellina. Ne nacque una guerra aperta con la Lega Grigia e della Casa Dio (prima guerra di Dio); alla fine il M. dovette abbandonare Chiavenna. Spadroneggiava invece sulle terre circostanti al lago di Como, e rivolgeva le aspirazioni verso la Brianza, dove infatti prendeva possesso - se pure col consenso del duca di Milano - della rocca di Monguzzo, nella pieve d' Incino; impadronendosi poi di tutto il Monte di Brianza, assalendo persino Lecco, Brivio e Trezzo. Questo minaccioso incremento di potenza lo condusse a guerra aperta con il De Leyva, governatore spagnolo del ducato di Milano: vinto a Carate, nel luglio 1527, nel 1528 il Medeghino dovette desistere anche dall'assedio posto a Lecco; ma riuscì a patteggiare col De Leyva, che gli lasciò non solo il titolo di marchese di Musso, ma il dominio del lago di Como, di Lecco stessa, della valle d'Intelvi, Valsassina, Tre Pievi e altre località. Riprese allora le sue incursioni sulla Valtellina. Ma Francesco II Sforza, restituito al ducato di Milano, nel 1530, era ormai deciso a tor di mezzo questo troppo pericoloso suddito: accordatosi con i Grigionesi, mosse guerra aperta al M: Fu la seconda "guerra di Musso" (1531-32), finita con la sottomissione del Medeghino, che dovette restituire le rocche di Musso e di Lecco, avendone in compenso il marchesato di Melegnano. Entrò poi al servizio spagnolo, combattendo nell'esercito di Carlo V in Italia, in Ungheria, in Fiandra e in Germania: nel 1553 gli fu affidato il comando della guerra contro Siena; il 2 agosto 1554 vinse, a Marciano, l'esercito di Piero Strozzi; il 17 aprile 1555 otteneva la resa della città. Poco più tardi, l'8 novembre 1555, moriva.
Bibl.: M. A. Missaglia, Vita di G. G. de Medici, Milano 1605; Zeller-Werdmüller, Der Krieg gegen den Tyrannen von Musso, in Neujahrsblastt d. Zürcher Feuerwerkeges., Zurigo 1883; R. Beretta, Gian Giacomo de' Medici in Brianza, in Arch. stor. lomb., XLIII (1916); L. Bignami, Nel crepuscolo delle Signorie Lombarde (Gian Giacomo de' Medici), Milano 1925. Sulla "guerra di Musso", v. anche il poema di J. Travers, in Chrestomathie romanche, V.