MECENATE (C. Cilnius Maecenas)
Magistrato ed amico di Augusto, letterato e famoso protettore di artisti, nato circa nel 70 e morto nell'8 a. C. Le fonti storiche ci hanno lasciato un compiuto ritratto morale, ma nessuna notizia sulla fisionomia, tranne quella vaga e indiretta che usava mostrarsi in pubblico a testa coperta (dal che si è congetturato fosse calvo). Si sa anche che aveva salute alquanto cagionevole e che la sua vecchiaia fu molestata da diversi malanni.
Non si sa nulla dell'esistenza di statue di M., ma suoi ritratti non dovettero mancare nell'Urbe.
I presunti ritratti di M. si basano essenzialmente su gemme. Il primo ritratto assegnatogli, capostipite delle successive attribuzioni, è quello inciso su un'ametista (di dubbia autenticità) del Cabinet des Médailles del Louvre (cat. Chabouillet, n. 2077) firmata da Dioskourides (v., s. v., n. 4); si tratta di un uomo anziano, con una corona di capelli ricciuti attorno ad un cranio calvo, una fronte solcata di rughe, il naso ricurvo ed una piega altera della bocca (labbro inferiore prominente ed angoli volti in basso). Fin dal XVII sec. venne fatta la congettura che si trattasse di un illustre contemporaneo di Augusto, poiché si sapeva che Dioskourides era vissuto a quell'epoca e che M. era un amatore di gemme intagliate (Macrob., Saturn., ii, 41, 2; Isidor., Etym., 19, 326). Tale attribuzione fu consacrata in un'opera scritta agli inizi del sec. XVIII (Baudelot de Dairval, in Mémoires de l'Acad, iii, Hist., pp. 268-273), in cui già si estendeva ad altre gemme ivi descritte, che risultavano della stessa famiglia; tra queste una che appartiene alla raccolta farnesiana di Napoli (Cades, v, 312). Queste pietre recano la firma di Solon (v.). Se riconoscere un unico personaggio in tutti questi ritratti su gemme è ipotesi ancor oggi accettabile, perché basata su una indubbia somiglianza, l'individuazione con il ministro di Augusto è senza altro discutibile (la rigetta, ad esempio, il Furtwängler, la cui identificazione con Cicerone ha fondamenta più solide).
Oltre alle gemme, una fonte per il ritratto di M. si è vista in un affresco del Palatino (v. G. Turnball, Treatise on Ancient Painting, p. 172, tav. iii) che sembra rappresentare l'omaggio di Fraate IV (20 a. C.) ad Augusto, circondato da alcuni notabili tra i quali si dovrebbe trovare M.; la pittura è però rovinatissima e se anche una delle due teste prive di capelli che vi compaiono fosse quella di M. (la cui calvizie, come si è visto, è pura supposizione) non ne avremmo perciò maggiori elementi per stabilire i tratti fisionomici.
Il Bernoulli ha cercato di ritrovare il tipo noto nelle gemme anche in opere di scultura fra le quali ricordiamo: una testa colossale trovata a Carsoli, ora nel Museo dei Conservatori (Sala degli Orti Mecen., n. 23) di un uomo anziano, calvo, dalla fronte rugosa e prominente e dal naso ricurvo, con vene salienti; una testa pure colossale al Louvre (Bernoulli, fig. 37), alquanto stempiata, dagli occhi enormi e incavati sotto le sopracciglia ossute e dal naso curvo, restaurato; un busto, cosiddetto di Cicerone, del Museo Capitolino (Filosofi, n. 75), che rappresenta un uomo dalla calvizie incipiente e alla cui identificazione con M. pensò il Visconti.
Nella processione del lato S dell'Ara Pacis si trova un anziano personaggio, dalla testa rotonda e calva, coronata da un sottile margine di capelli, e dai tratti del viso cosi fortemente e realisticamente marcati da richiamare lo stile proprio ai ritratti degli ultimi decennî della Repubblica. La vicinanza ai familiari di Augusto e l'espressione stanca del volto scolpito ha fatto pensare a Mecenate.
Bibl.: E. Q. Visconti, Iconografia Romana, Milano 1818, p. 387; R. Rochette, Di un busto colossale in marmo di Mecenate, Parigi 1837; J. J. Bernoulli, Röm. Ikon., I, Stoccarda 1882, p. 236; A. Furtwängler, Studien über die Gemmen mit Kunstlerinschriften, in Jahrbuch., III, 1888, p. 297 ss.; E. Petersen, Ara Pacis Augustae, Vienna 1902; Th. Ashby, in Journ. Rom. Stud., XVII, 1927, p. 173; G. Moretti, Ara Pacis Augustae, Roma 1948, p. 289.