MEAUX
(lat. Iatinum)
Città della Francia settentrionale (dip. Seine-et-Marne), situata sul corso inferiore della Marna, a km 45 a N-E di Parigi.In epoca gallo-romana fu civitas dei Meldi nella provincia Lugdunensis IV e, a partire dalla prima metà del sec. 4°, divenne sede episcopale (suffraganea di Sens fino al 1622, poi di Parigi). Secondo la leggenda, i primi vescovi di M. furono Santino e Antonino, venuti da Parigi come discepoli di s. Dionigi (Gallia Christiana, 1744). Dopo essere stata conquistata due volte dai Normanni nella seconda metà del sec. 9°, dal secolo successivo M. appartenne politicamente alla contea di Champagne. Dopo Troyes e Provins, la città costituì il terzo centro d'importanza politica ed economica della Champagne comtale. Con il matrimonio (1284) del re di Francia Filippo IV il Bello con Giovanna di Navarra, erede della contea di Champagne, M. tornò alla Corona francese. Da un lato la lunga appartenenza all'ampio ambito della signoria dei conti di Champagne, dall'altro la vicinanza geografica al domaine royal e al suo centro (Parigi) ebbero riflessi sul carattere storico-artistico delle opere architettoniche a Meaux.Il perimetro della città medievale nella parte nord aveva un andamento semicircolare, mentre la zona meridionale si allungava lungo un asse N-S; un passaggio sul fiume segnava il punto di unione delle due parti. La zona settentrionale, le cui case si raggruppano intorno alla cattedrale e al palazzo vescovile, conserva ampiamente, con le strette viuzze, la struttura medievale, anche se di questo periodo rimane solo la facciata di una casa; sul lato nordorientale del settore sono ancora visibili le mura cittadine, risalenti nel nucleo all'epoca gallo-romana e dotate nel sec. 15° di nuove torri e porte.Nulla rimane delle ca. dodici chiese abbaziali e parrocchiali di epoca medievale. La più importante era quella del monastero benedettino, fondata nel 630 ca. durante l'episcopato di Farone, dedicata in origine alla Santa Croce e divenuta poi Saint-Faron. Il coro, con deambulatorio e cappelle radiali, risaliva al sec. 13°, ma già nel 1751 era stato ampiamente rinnovato, prima di essere distrutto durante la Rivoluzione francese. In esso si trovava la grandiosa tomba a nicchia di Uggeri il Danese, paladino di Carlo Magno, eretta verso il 1160, di cui resta testimonianza in un'incisione di Mabillon (Annales Ordinis S. Benedicti, 1704). La riproduzione mostra una struttura strombata a più gradini, diversi archivolti e numerose figure. Una testa appartenente a una delle principali statue di questa tomba, esempio di estrema importanza per il Protogotico francese, è conservata nel Mus. Bossuet.L'edificio più importante della città è la cattedrale di Saint-Etienne, che conserva nella cripta (inizi sec. 11°) resti di precedenti strutture. Tra le cattedrali gotiche di media grandezza, quella di M. è una delle più interessanti, soprattutto perché, grazie a una storia costruttiva lunga e complessa, è possibile trovarvi documentate tutte le fasi del Gotico francese. Dato che la statica dell'edificio aveva destato preoccupazione già nel Medioevo, vennero demolite e ricostruite successivamente ampie parti; l'esterno subì un grosso restauro nel 19° secolo. L'edificio si compone di un corpo longitudinale a cinque navate, di un transetto compreso nella fuga delle navate laterali e di un coro con deambulatorio e cappelle radiali. La parte più antica era costituita dall'involucro esterno del deambulatorio con le tre cappelle radiali (ca. 1170-1190), di cui si conservano solo resti nella fascia dello zoccolo. Quest'impianto, di tradizione romanica, è stato riportato nel Livre de Portraiture di Villard de Honnecourt. Le parti interne e superiori del coro vennero costruite nel 1195-1215 ca., secondo il modello della cattedrale di Soissons, ma, a differenza di questa, mostrano un alzato a quattro piani, con tribune e triforio. Questa scansione dell'alzato venne mantenuta nella costruzione, risalente agli anni 1220-1235, del transetto e delle due campate adiacenti del corpo longitudinale, benché essa dovesse apparire obsoleta. Poco dopo, il coro venne demolito e sostituito, tra il 1253 e il 1270 ca., da una nuova costruzione in cui trovò reimpiego parte dei materiali appartenuti alla struttura protogotica. Nel nuovo coro, d'impianto allungato, fu conservato l'alzato a quattro piani. L'architetto di questo edificio, Gautier de Varinfroy, seppe combinare in modo convincente l'elegante stile rayonnant, introdotto da poco a Parigi, con il patrimonio formale del Gotico degli anni intorno al 1200. Tra il 1282 e il 1317 venne rinnovato il transetto: le sue due facciate, che all'esterno e all'interno sono rivestite di una coerente struttura a traforo, vanno annoverate tra le più importanti opere del Gotico europeo intorno al 1300. La zona occidentale del corpo longitudinale venne realizzata a più riprese, con lunghe interruzioni, tra il 1335 e gli inizi del sec. 16°; poiché questa parte della costruzione rispetta la ripartizione dei piani delle campate più antiche, rinunciando tuttavia alle tribune che nelle prime due campate orientali vennero allora demolite, le navate laterali raggiungono un'insolita altezza. Le massicce torri di facciata, di cui solo quella nord venne innalzata, dovevano seguire il modello di Notre-Dame a Parigi.Minimi sono i resti delle vetrate medievali, conservati nella finestra assiale del coro e nella grande finestra della facciata meridionale del transetto. I cinque portali scolpiti, purtroppo fortemente danneggiati nel sec. 16° e alla fine del 18°, testimoniano lo sviluppo della scultura gotica a partire dal 1200 ca.; a quell'epoca risale il portale del transetto nord, mentre la fase del Gotico maturo si evidenzia nel portale del transetto sud (1280 ca.) e in quelli destro e mediano della facciata occidentale (1340 ca.), e il Tardo Gotico appare infine esemplato nel portale sinistro della stessa facciata (1500 ca.).Del palazzo vescovile (1170 ca.) si sono conservate al piano terra due maestose sale con volte a crociera costolonata, nonché una cappella a due piani. Quest'impianto architettonico segue il modello del palazzo vescovile di Parigi, eretto poco tempo prima. Si è inoltre conservato il c.d. vecchio Capitolo, un edificio allungato, su più piani, con sale a volta; gli angoli sono marcati da torrette cilindriche che conferiscono all'insieme un carattere di fortificazione.
Bibl.:
Fonti. - Gallia Christiana, VIII, Paris 1744, col. 1596ss.; Annales Ordinis S. Benedicti, a cura di J. Mabillon, II, Paris 1704, pp. 376-377.
Letteratura critica. - P. Kurmann, La cathédrale Saint-Etienne de Meaux, ParisGenève 1971; Meaux médiéval et moderne, Alençon 1992.P. Kurmann