Scultore (Siena 1644 - Roma 1725). Allievo del fratello Giovanni Antonio (n. forse a Volterra prima del 1644 - m. dopo il 1706), si perfezionò successivamente a Roma dove collaborò anche con M. Caffà e scolpì La Carità per la tomba di Alessandro VII in S. Pietro di G. L. Bernini. Tra i più significativi interpreti del barocco a Siena, mostrò nelle opere più tarde un più accentuato gusto per i ritmi cadenzati e classicheggianti (La morte di Cleopatra, Lisbona, giardini dell'Ospedale) in parte ripresi dal nipote Bartolomeo (n. Siena - m. 1749) figlio di Giovanni Antonio, che scolpì statue di mostri e di eremiti (Siena, villa Cetinale), alcune terrecotte (Siena, palazzo Chigi Saracini) e due rilievi marmorei nell'anti-cappella di palazzo Sansedoni a Siena, spesso in collaborazione con il nipote Giuseppe Maria (Siena 1727 - ivi 1781).