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Robespierre, Maximilien de

di Bruno Bongiovanni - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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Robespierre, Maximilien de

Bruno Bongiovanni

L’emblema del terrore rivoluzionario

Robespierre fu una delle maggiori personalità della Rivoluzione francese. Divenuto capo del club dei giacobini, si oppose con intransigenza alle forze rivoluzionarie moderate. Riuscì a prevalere, ma inevitabilmente finì per assumere un potere dittatoriale. L’esito conclusivo fu la sua caduta e condanna a morte

La formazione e l’esordio politico

Nato ad Arras nel 1758, il giovane Maximilien de Robespierre era un avvocato di cultura illuminista. Nel 1789, anno d’inizio della Rivoluzione francese, fu rappresentante della provincia di Artois agli Stati generali (l’assemblea della nazione che fu protagonista della prima fase rivoluzionaria). Fece poi parte dell’Assemblea nazionale francese, nella quale si mise in luce per le sue posizioni democratiche avanzate, favorevoli al suffragio universale e all’istruzione gratuita e obbligatoria.

Robespierre fu tra i fondatori di un’associazione politica, il club dei giacobini (così detto perché aveva la sua sede nell’ex convento dei domenicani giacobini), di cui divenne presidente nel marzo del 1790. Pochi mesi dopo, però, nel luglio del 1791, condusse i suoi seguaci alla scissione dal gruppo moderato. Nel frattempo, si batté affinché re Luigi XVI venisse sottoposto a un processo.

L’ascesa dei giacobini

Dopo la dichiarazione di guerra contro Austria e Prussia nell’aprile 1792, alla quale egli si era opposto, divenne un convinto assertore della difesa a oltranza della patria di fronte al rischio di invasione (nacque così il patriottismo, in seno alla stessa Rivoluzione).

In seguito alla deposizione del re, accusato di connivenza con il nemico, venne eletta a suffragio universale una nuova assemblea, la Convenzione, nella quale Robespierre si impose come figura di primo piano tra i montagnardi (detti così in quanto nell’aula parlamentare erano seduti in alto), guidando l’aspra lotta, politica e ideologica, contro il raggruppamento moderato dei girondini. Da questi ultimi egli fu accusato di avere mire dittatoriali. Lo scontro raggiunse la massima tensione durante il processo al re (dicembre 1792 - gennaio 1793), nel quale Robespierre si espresse per la condanna del sovrano (Luigi XVI venne, infine, condannato a morte e giustiziato).

I giacobini, guidati da Robespierre e dal suo principale collaboratore, Saint-Just, sfruttarono a loro favore una nuova ondata di giornate rivoluzionarie a base popolare (31 maggio - 2 giugno 1793), misero in vigore una nuova Costituzione democratica e accentrarono il potere nelle mani di un Comitato di salute pubblica. Avevano così realizzato, in realtà, una forma di dittatura.

Il Terrore

Si apriva, dunque, la fase della Rivoluzione passata alla storia come Terrore. Il proposito ufficiale del Comitato di salute pubblica, dominato da Robespierre, era di mobilitare la nazione contro i nemici interni ed esterni; la Repubblica, in questa prospettiva, doveva essere tenuta unita dalla ‘virtù’ dei suoi cittadini.

Su tali basi Robespierre difese tutti i provvedimenti adottati dal Comitato, tra cui, di fronte al prolungarsi della guerra, l’istituzione della leva di massa. Fu poi fondamentale il suo contributo alla preparazione di una nuova costituzione, che sarebbe dovuta entrare in vigore alla fine della guerra.

Il regime di Robespierre si occupò anche di religione. Egli istituì il culto dell’Essere Supremo, che avrebbe dovuto sostituire i tradizionali sentimenti religiosi, favorendo l’attaccamento del popolo alla patria.

Rendendosi sempre più urgente affrontare i contrasti fra le diverse componenti che sostenevano il potere giacobino, Robespierre decise, per sanarli, di eliminare le due ali estreme degli indulgenti e degli arrabbiati. Si determinò, così, un totale accentramento del potere nelle sue mani. Nel momento in cui, però, fu chiaro che grazie alle vittorie militari francesi la minaccia esterna era sventata, il regime del Terrore apparve sempre più insopportabile. Si approfondì, inoltre, la frattura fra i giacobini e i sanculotti (i popolani parigini che volevano trasformazioni politiche e sociali più radicali).

La crescente opposizione nei confronti del capo giacobino si concluse con la sua destituzione da parte dell’Assemblea il 27 luglio (nel calendario rivoluzionario 9 termidoro) 1794 e con la sua condanna a morte, eseguita il giorno seguente.

Vedi anche
Convenzione nazionale Assemblea legislativa francese, durata dal 1792 al 1795. Chiamata a dotare la nuova repubblica di una Costituzione, votata nel 1793, dovette fronteggiare le lotte tra le diverse correnti, che provocarono la dittatura dei due comitati di Salute pubblica e di Sicurezza generale. Caduto Robespierre (1794), ... Terrore Il periodo della Rivoluzione francese che va dall’espulsione dei Girondini dalla Convenzione (2 giugno 1793) alla caduta del capo del partito giacobino M.-F.-I. de Robespierre (9 termidoro, 27 luglio 1794). Il potere fu accentrato nelle mani di Robespierre e dei suoi più immediati collaboratori, come ... Comitato di salute pubblica Durante la Rivoluzione francese, comitato di sorveglianza sul potere esecutivo, istituito dalla Convenzione Nazionale nel 1793 e ben presto divenuto il supremo organo della Francia giacobina. Composto all’inizio di 9 membri, poi di 12, infine di 14 e diviso in 4, poi 5 sezioni, ebbe il potere di prendere ... Girondini (fr. Girondins) Durante la Rivoluzione francese, appartenenti al gruppo politico formatosi all’Assemblea legislativa (1791) attorno alla frazione dei deputati del dipartimento della Gironda, quali P.-V. Vergniaud, M.-É. Guadet, M. Isnard, A. Gensonné e soprattutto J.-M. Roland de la Platière, J. Pétion, ...
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    Dizionario di Storia (2011)
    Politico francese (Arras 1758-Parigi 1794). Avvocato, influenzato profondamente dal pensiero di Rousseau, fu deputato del Terzo stato agli Stati generali (1789) in rappresentanza della provincia dell’Artois, poi membro dell’Assemblea nazionale, acquistò grande popolarità presso il popolo parigino per ...
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    Enciclopedia Italiana (1936)
    ROBESPIERRE, Maximilien-François-Isidore de Francesco Lemmi Nato ad Arras il 6 maggio 1758, ghigliottinato a Parigi il 28 luglio 1794. Alunno modello nel collegio Louis-le-Grand dove, come poi suo fratello Agostino, ebbe una borsa di studio che gli fu conservata per dodici anni (1769-1781), anche ...
Vocabolario
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
de auditu
de auditu locuz. lat. – Espressione corrispondente all’ital. «per sentito dire»: riferire de auditu. Anche, «per avere udito direttamente», nell’espessione giuridica testimone de visu et de auditu (v. de visu).
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