Uomo di stato francese (Rosny-sur-Seine, Île-de-France, 1560 - Villebon, Loir-et-Cher, 1641). Ugonotto e fautore del re Enrico IV, fu soprintendente alle finanze (dal 1598) e in questa veste fu promotore una serie di riforme economiche e fiscali tese a favorire lo sviluppo dell'agricoltura. Dopo il ritiro a vita privata scrisse la sua opera principale: Mémoires des sages et royalles oeconomies d'estat de Henry le Grand (1638).
Allevato nella fede riformata, si recò a Parigi per gli studî. Scampato alla strage della notte di s. Bartolomeo, seguì Enrico di Navarra alla conquista del regno e gli rimase accanto, divenendo il capo effettivo del Consiglio delle Finanze. Rappresentò una parte importante nel trattato del 17 genn. 1601 con Carlo Emanuele I di Savoia; esercitò la carica di soprintendente alle Finanze fin dal 1598, anche se è menzionato negli atti ufficiali solo dal 1601. Nonostante i suoi numerosi e audaci provvedimenti di riordinamento delle finanze incontrassero forti opposizioni, l'azione di S. influì fortemente sulla vita economica e finanziaria dello stato francese. Egli fu contrario alle nuove industrie nascenti, ma seppe favorire l'agricoltura attraverso riforme, come la liberalizzazione del commercio dei cereali, l'allevamento del baco da seta e la costruzione di nuove strade e canali; ostacolò le importazioni (per impedire il deflusso dell'oro) e le iniziative coloniali, di cui non intuì l'importanza; favorì le guerre contro le cattoliche Spagna e Austria intraprese da Enrico IV. Alla morte di Enrico, contrario alla politica della reggenza di Maria de' Medici, e soprattutto al riavvicinamento alla Spagna, si ritirò a vita privata. Operò come mediatore tra gli ugonotti e Luigi XIII quando si riunì l'assemblea protestante a La Rochelle. Trascorse gli ultimi trenta anni di vita nelle sue terre, vivendo delle ricchezze accumulate, ma amareggiato dalla lontananza dal governo.