BERCHEM, Max van
Arabista svizzero, cultore insigne dell'epigrafia araba musulmana, nato il 16 marzo 1863 a Ginevra da famiglia d'origine fiamminga ugonotta, morto il 7 marzo 1921 a Vaumarcus nel cantone di Neuchâtel. Iniziò la sua produzione scientifica con la dissertazione La propriété territoriale et l'mpôt foncier sous les premiers califes, Ginevra 1886; fece poi molti viaggi nell'Oriente arabo e nel 1892 espose un progetto di Corpus delle iscrizioni arabe, che trovò appoggio morale e finanziario nell'Académie des inscriptions di Parigi. Così negli anni 1894, 1896, 1900 e 1903 comparvero al Cairo, nei Mémoires de l'Institut français d'archéologie orientale, i quattro grossi volumi delle iscrizioni d'Egitto, troppo modestamente intitolati Matériaux pour un Corpus inscriptionum arabicarum; opera di prim'ordine per la storia politica e culturale di quel paese. Altri due grandi fascicoli dei Materiaux parte seconda, contenenti le epigrafi della Siria meridionale e di Gerusalemme, uscirono postumi al Cairo nel 1922 e 1923. Numerosi altri lavori illustrarono epigrafi di località della Siria e della Mesopotamia, in unione a preziosi commenti storici; altri ancora si occuparono di questioni architettoniche. Lo studio di monete delle dinastie marīnide e zayyānide dell'Africa settentrionale diede occasione al suo studio Titres califiens d'Occident, in Journal Asia tique, s. 10ª, IX (1927), pp. 245-335.
Bibl.: [A. van Berchem], Max van Berchem, Ginevra 1923; E. Herzfeld, in Der Islam, XII (1922), pp. 206-213; bibliografia delle opere nella Revue archéologique del 1923.