BROD, Max
Scrittore tedesco, nato a Praga il 27 maggio 1884. Come Meyrink, trasse dall'ambiente della sua città nativa la materia dei suoi primi romanzi: Schloss Nornepygge (1908); Ein tschechisches Dienstmädchen (1909); Die Erziehung zur Hetäre (1910), e anche il tono della narrazione è quello morbido, sensuale, misto di colorito lirismo e d'intelligenza ironica, analitica, che è proprio degli scrittori tedesco-boemi di quel momento. Con la lirica (Der Weg des Verliebten, 1907; Tagebuch in Versen, 1910; Die Höhe des Gefühls) fu uno dei primi a sentire il giungere dei nuovi tempi; e influì notevolmente sul Werfel. Sionista convinto, dopo di avere studiato psicologicamente in Jüdinnen (1911) e in Arnold Beer (1912) il problema dell'anima israelitica nell'età moderna, rappresentò in Rëubeni (1925) il problema stesso dal lato sociale, come possibilità della ricostruzione di uno stato israelitico. Il rinnovato fervore mistico della Germania e il senso tragico del destino delle forti individualità interpretò evocando, sullo sfondo dell'età barocca, la figura di Tycho Brahe avanzante, fra pesanti interne esperienze e meditazioni, sulla via verso Dio (Tycho Brahes Weg zu Gott, 1916); e con la descrizione dell'utopistico mondo di Das grosse Wagnis, 1919, con una serie di drammi e commedie. (Der Fälscher, 1920; Clarissas halbes Herz, 1923, ecc.), con il nuovo romanzo Leben mit einer Göttin (1923), e, più ancora, con il romanzo Die Frau nach der man sich sehnt (1927) fu, negli anni del trionfante espressionismo, una delle figure di maggior rilievo. Come per molti altri scrittori tedeschi recenti, non è sempre facile distinguere nella sua opera l'accento personale da ciò che è immediata eco del gusto del tempo; ma, data la serietà del suo impegno, nella letteratura tedesca degli ultimi due decennî la sua opera è fra quelle storicamente significative.