BEERBOHM, Max
Umorista inglese, nato a Londra il 24 agosto 1872. È fratellastro del celebre attore sir Herbert Beerbohm Tree, di cui scrisse una commossa biografia (1920); dal 1910 vive in Italia, a Rapallo. Educato all'università di Oxford (intorno a cui ha composto nel 1911 una deliziosa fantasia, Zuleika Dobson, or an Oxford Love Story), collaborò al movimento letterario decadentistico del Yellow Book, rivista in cui pubblicò alcuni degli essays, delicatamente ironici come la Defence of Cosmetics, che lo resero celebre. La sua prima raccolta di essays si chiama, senz'altro; Works of Max Beerbohm (1896); le altre continuano nel titolo l'ironia: More (1899), Yet again (1909), And even now (1920). Stilista raffinato, si diletta anche di gustosissime parodie di contemporanei (A Christmas Garland, 1911), di fantasie psicologiche (Seven Men, 1919), e di allegorie nostalgiche (The dreadful dragon of Hay Hill, 1928). Assai gustose sono anche le sue caricature, eseguite a matita e leggermente acquarellate, ovvero a penna. Incominciarono ad uscire sui periodici umoristici londinesi Pall Mall Budget e Pick-Me-Up: riguardano artisti, attori, scrittori, uomini politici, e vennero riunite dal B. in raccolte omogenee, con i titoli: Cancatures of 25 gentlemen (1896), Poets' Corner (1904), A book of caricatures (1907), The second childhood of John Bull (1911), 50 Caricatures (1913), A survey (1921), Rossetti and his cercle (1922), Things new and old (1923), Observations (1925).
Bibl.: London Mercury, V (1920), p. 626.