BECKMANN, Max
Pittore, nato a Lipsia il 12 febbraio 1884. Dal 1900 al 1903 studiò all'accademia di Weimar compiendo poi, nel 1904, la sua formazione a Parigi (dove ritornò nel 1929) e a Firenze.
Partendo da una pittura ancora legata alla cultura dell'impressionismo (fu per qualche tempo membro della "Secessione" berlinese) tende sempre più a una violenza emotiva di gusto espressionistico. "Il mio stile - scriveva nel 1914 - in opposizione alla superficiale arte decorativa, deve andare più che possibile al fondo della natura e dell'anima delle cose". Questa posizione volontaristica, che sbocca spesso in una aperta retorica, lo porta ad un'asprezza realistica, parallela al movimento della Neue Sachlichkeit, legata per lo più ai soggetti crudi e drammatici da lui preferiti, a una ricerca di monumentalità costruttiva, plastica e spaziale.
All'avvento del nazismo, di cui la sua pittura sembra annunciare la violenza, fu allontanato dall'insegnamento presso la scuola d'arte di Francoforte, i suoi quadri vennero esposti nella mostra dell'"arte degenerata" (v. germania, in questa App.) e, nel 1937, fu costretto a riparare ad Amsterdam. Nel 1947 si recò a St. Louis (S.U.). Un nuovo interesse in Germania per l'arte del B. è documentato da importanti mostre che hanno avuto luogo a Monaco, Francoforte e Amburgo nel 1946 e 1947.
Bibl.: K. Scheffer, M. B., in Kunst und Künstler, XI (1913), pp. 297-305; XII (1914), p. 301; C. Einstein, Die Kunst d. 20. Jahrh., Berlino 1926, pp. 181-85; H. Simon, M. B., Lipsia 1930 (con bibl.); A. M. Brizio, Ottocento-Novecento, Torino 1939; B. E. Werner, M. B., in Zeitschr. für Kunst, I (1947), pp. 68-71; F. Roh, M. B., Monaco 1947; H. Swarzenski e P. T. Rathbon, Max Beckmann, Saint Louis 1948.