GIULIANI, Mauro
Nacque a Bisceglie, presso Bari, il 27 luglio 1781 da Michele e da Antonia Iota. Compì i primi studi musicali a Barletta, insieme con il fratello maggiore Nicola, dedicandosi al violoncello, al contrappunto e soprattutto alla chitarra.
Intrapresa la carriera concertistica, iniziò una serie di viaggi in Italia e all'estero: nel settembre 1803 era a Trieste, dove si esibiva alla chitarra e al violoncello nel ridotto del teatro Nuovo. Nell'estate 1806 si trasferì a Vienna, affiancando l'attività didattica a quella concertistica; in Italia rimasero la moglie Maria Giuseppa Del Monaco e il figlio Michele. Il successo nella capitale asburgica fu immediato: nel giro di pochi anni il G. divenne il più celebre chitarrista del momento e uno fra gli artisti più richiesti nelle accademie che si tenevano nei salotti viennesi. Le sue musiche furono eseguite in diverse città tedesche, fra cui Berlino e Lipsia, da numerosi interpreti (A. Spina, F. Bolzmann, C. Blum, F. Mendl, L. Schulz), molti dei quali erano stati suoi allievi a Vienna.
Il 27 marzo 1808 fu invitato, insieme con L. van Beethoven, A. Salieri, K. Kreutzer e altri celebri musicisti, ai festeggiamenti per il settantaseiesimo compleanno di J. Haydn; la manifestazione fu inserita nel programma dei Liebhaberkonzerte, tenuti presso la sala dell'Università. Nell'aprile di quell'anno il G. eseguì al Burgtheater il proprio Concerto per chitarra, op. 30. Per il capodanno del 1812 eseguì, presso il Kleiner Redoutensaal, le Variazioni per chitarra e violino, in duo con il violinista August Seidler. In quegli anni il G. pubblicò numerose opere con gli editori Artaria, Diabelli, Bermann, Haslinger, Hofmeister, Mollo, Cappi e Riedl. L'8 dic. 1813 prese parte (al violoncello o ai timpani) alla prima esecuzione della Settima sinfonia di Beethoven, diretta dall'autore. Nominato nel 1814 "virtuoso onorario di camera" di Maria Luisa d'Austria, il G. partecipò a soirées musicali con i più noti artisti del tempo, fra cui Salieri, I. Moscheles, L. Spohr e J.N. Hummel. Il 26 maggio 1817 si esibì, ancora con Moscheles, al Kleiner Redoutensaal, e il 18 agosto eseguì, in duo con L. Schulz, il proprio Grand pot-pourri, op. 67. È probabile che in quel periodo il G., che frequentava il salotto di casa André, abbia conosciuto F. Schubert e i fratelli Czerny. Il 16 e 23 apr. e il 10 maggio 1818, il G. eseguì, in trio con Moscheles e il violinista J. Mayseder, una riduzione dell'Ouverture, op. 115 di Beethoven.
Intorno al 1819 l'interesse per la chitarra nella capitale asburgica diminuì, soverchiato dal crescente successo della musica pianistica; il G. suonò poche volte in quell'anno (si ricorda il concerto del 25 maggio insieme con Moscheles). Concluso il felice periodo viennese, nell'estate 1819 fu costretto, per problemi economici, a ritornare in Italia; in Austria rimasero la figlia Emilia (nata nel 1813), e quella naturale Maria (nata nel 1807 da una relazione con la non meglio identificata "Fräulein Willmuth"). Giunto a Venezia nel novembre 1819, il G. si trasferì ai primi di dicembre a Trieste, dove risiedevano gli anziani genitori. Vi rimase sino al 2 marzo dell'anno seguente, recandosi poi a Padova e, verso la fine di quel mese, a Roma, dove si stabilì per alcuni anni. Il 19 maggio 1820 vi tenne un concerto nel palazzo Fiano; a Roma frequentò, fra gli altri, N. Paganini e G. Rossini, che gli fornì musiche originali per la realizzazione di trascrizioni per chitarra (le sei Rossiniane). In quel periodo ebbe rapporti con gli editori G. Ricordi, D. Artaria e i romani Ratti & Cencetti, presso i quali pubblicò alcune opere; dopo la partenza da Vienna, la produzione editoriale del G. era comunque diminuita drasticamente, aggravando ulteriormente la sua situazione economica.
Dal 1822 al 1827 mantenne la figlia Maria presso il monastero romano dell'Adorazione del Gesù, assegnandole inoltre una dote per il matrimonio. Il 4 apr. 1823 suonò a Roma con il flautista J. Sedlatscheck, ma verso la fine dell'anno si trasferì a Napoli, non lontano dal teatro S. Carlo, per assistere il padre morente. L'attività concertistica presso la corte borbonica non dovette soddisfarlo, e nelle lettere inviate ad Artaria manifestò più volte l'intenzione di tornare a Vienna sin dalla primavera del 1824, ma tale progetto non fu mai realizzato. Nel febbraio 1828, al termine della carriera, si esibiva in un duo chitarristico con la figlia Emilia. In quel periodo compose un movimento (andato perduto) di un quarto concerto per chitarra, segnalato in una lettera dell'8 marzo 1828 ad Artaria; all'editore confermava l'intenzione di trasferirsi nuovamente nella capitale austriaca.
Il G. morì a Napoli l'8 maggio 1829.
Come ha affermato M. Riboni, "emblematicamente la sua morte coincise proprio con la piena esplosione del Romanticismo, cioè quando mutarono radicalmente le concezioni stilistiche e formali. E forse non è del tutto casuale che la chitarra, priva del suo maestro più insigne, perse di vista i nuovi orizzonti musicali entrando così in un lungo, quanto triste, periodo di declino" (Riboni, 1993, p. 51). Diverse opere del G. furono pubblicate postume (trentacinque per la Ricordi, come la Gran sonata eroica, op. 150, edita nel 1840); su alcune di esse sussistono dubbi circa la paternità (cfr. Jeffery, 1988). Riconosciuto come il maggiore interprete italiano della chitarra, il G. è considerato, sino a oggi, il primo autore di un concerto per chitarra e orchestra; fondamentale è inoltre la sua produzione di opere didattiche. Il repertorio per e con chitarra, ricco di circa centocinquanta numeri d'opera (oltre ai pezzi non numerati), comprende diversi generi musicali: sonate, tre concerti con orchestra, quattro quintetti, un trio con violino e violoncello, variazioni (oltre cinquanta per chitarra sola, su temi di V. Bellini, F.-A. Boïeldieu, L. Carafa, L. Cherubini, P. Generali, G.F. Händel, W.A. Mozart, G. Pacini, G. Paisiello, J.-P.-J. Rode, Rossini, nonché su temi popolari austriaci, irlandesi, napoletani, della Savoia), brani per canto e chitarra, duetti con violino, flauto, pianoforte, otto pezzi per due chitarre, e gli studi Op. 1, 48, 50, 51, 98, 100, 111, e Op. post. 139. Per un elenco più dettagliato delle composizioni si rimanda alla voce curata da F. Rossi per il Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti. L'opera completa in M. Giulini, The complete works in facsimiles of the original editions, a cura di B. Jeffery, London 1986.
Il figlio Michele, nato a Barletta il 17 maggio 1801, cantante, chitarrista e compositore, fu a Vienna, con il padre, tra il 1814 e il 1819. Nel 1823 era a San Pietroburgo, dallo zio Nicola. Verso il 1848 si trasferì a Parigi, dove ottenne un posto di maestro all'Opéra e di insegnante di canto al conservatorio, succedendo a M. García. Morì a Parigi, l'8 ott. 1867.
Emilia, nata a Vienna nel 1813, sorella del precedente, seguì le orme paterne, componendo musica per chitarra e pubblicando oltre quaranta opere con Artaria e Ricordi (fra cui i Sei preludi per chitarra sola, op. 46). Si esibì numerose volte a Vienna, dove fu attiva almeno sino al 1841.
Nicola, fratello del G., studiò canto e divenne successivamente maestro di cappella a San Pietroburgo, dove operò intorno agli anni Venti. È noto per il trattato Introduction au code d'harmonie (Paris 1847) e le opere Arminio e Daura (Trieste, teatro Nuovo, primavera 1806) e Guerra in pace (Venezia, teatro S. Moisè, carnevale 1809).
Fonti e Bibl.: R. Ferrari, M. G., Bologna 1934; P.J. Bone, M. G.: biographical sketch, in The Guitar Rewiew, 1955, n. 18, pp. 1 ss.; T.F. Heck, The birth of the classic guitar and its cultivation in Vienna, reflected in the career and compositions of M. G. (d. 1829), Diss. Yale Univ., New Haven 1970; Id., M. G.: birth and death dates established, in The Guitar News, 1971, n. 114, p. 4; Id., M. G. (27 July 1781 - 8 May 1829): birth and death dates confirmed, ibid., 1972, n. 37, p. 16; Id., G. in Italia, in Fronimo, 1974, n. 8, pp. 16-22; n. 9, pp. 19-28; B. Tonazzi, La chitarra a Trieste nella prima metà dell'800, ibid., 1981, n. 37, pp. 33 s.; T.F. Heck, M. G. (1781-1829): un omaggio in occasione del bicentenario della nascita e un nuovo ritratto, ibid., pp. 48-52; P. Balestra, La chitarra di M. G., Bari 1984; T. Cartoni, M. G.: un compositore per chitarra nella prima metà dell'Ottocento, tesi di laurea, Università di Bologna, a.a. 1984-85; E. Stenstadvold, M. G. und der Daumen der linken Hand, in Gitarre und Laute, IX (1987), 2, pp. 45-50; B. Jeffery, La Gran sonata eroica, op. 150 di G. è autentica?, in Fronimo, 1988, n. 62, pp. 55 ss.; R. Chiesa, Il repertorio chitarristico. Un punto sulla situazione, ibid., 1992, n. 79, pp. 31-41; M. Riboni, M. Giuliani. Un aggiornamento biografico, ibid., 1992, n. 81, pp. 41-60; 1993, n. 82, pp. 33-51; F.E. Araniti, Nuove acquisizioni sull'opera e sulla vita di M. G.: gli anni del soggiorno napoletano (1824-1829), Barletta-Trani 1993; M. Riboni, Le trascrizioni per chitarra di M. G., in Fronimo, 1993, n. 85, pp. 10-30; 1994, n. 86, pp. 14-30; n. 88, pp. 15-27; n. 89, pp. 22-40; M. Torta, Le edizioni napoletane di M. G., ibid., 1994, n. 87, pp. 12-34; T.F. Heck, Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XVI, coll. 477 s.; The New Grove Dictionary of music and musicians, 2001, IX, pp. 910 s.; Diz. encicl. universale della musica e dei musicisti, Le biografie, III, pp. 217 s.