Ferranti, Mauro
Letterato e sacerdote (Ravenna 1815 - ivi 1868). Dei numerosi suoi scritti sono editi La Commedia di D.A. con nuove chiose secondo la lettera principalmente dei due codici ravegnani con la scorta di altri testi a penna noti e delle stampe del sec. XV e XVI e con le varianti sin qui avvisate, Ravenna 1848; Sei correzioni portate sul testo della Commedia di D. dall'ed. ravegnana del 1848, in " Rivista Ginnasiale ", Milano 1855; Lettere a B. Sorio, in Lettere dantesche tratte dal carteggio di B.S., a c. di G. Biadego, Città di Castello 1898; Chiose alla ‛ Commedia ' di Dante. Nota sul titolo assegnato al poema; Lettera a L. Scarabelli.
Sono conservati autografi nella Bibl. Classense: 1. Studi sopra D. (Mob. 3.4. H. 1-12) che contiene: a) Studio filosofico storico morale sul poema di D.A.; b) Abbozzo della prima e principale Allegoria della Commedia di D.; c) Chiose alla Commedia di D. (pubbl.); d) Esempio di correzioni al testo della Commedia di D.; e) Della stima che fanno parecchi ravegnani del sepolcro e delle ceneri di D.; 2. Raccolta delle varie lezioni della Commedia di D.A. finora avvisate con notabile accrescimento per M.F. (Mob. 3.4.I); 3. Divisione critica delle varianti (Mob. 3.4. K); 4. Studio sopra varie questioni riguardanti la D.C. l'ortografia del cognome e la vertenza avvenuta a questo proposito in Ravenna (Mob. 3.4.M). Di tanta opera, che è stata studiata per la prima volta da A. Vallone, lo Studio filosofico è la parte più interessante; vi si vede un esegeta rivolto a scoprire in D., prima ancora che il poeta, una lezione di vita.
Il titolo di Commedia riferito alla dottrina degli stili del De vulg. Eloq. non lo soddisfa; il F. trae la persuasione dalla lettera a Cangrande che è stato dato " per ragion di materia "; " il titolo risponde al soggetto del poema; e il soggetto consuona alla riforma del Vangelo ". Questo spirito riformatore, chiaro ai chiosatori trecenteschi, nutriti, come D., della scienza teologica, che " godeva vita e brio " nel loro secolo, sfugge del tutto ai commentatori moderni, contro i quali perciò il F. si lancia con violenza pari alla fede nelle proprie persuasioni, riproponendo il valore del " sistema allegorico, nato ad uno con la religione e teologia cristiana ". La teologia ha più ampia trattazione nell'Abbozzo. Qui si afferma che la selva è l'esilio, il ritrovarsi di D. la riforma di sé stesso, che egli deve operare per farsi degno di riformare il mondo, opera cui D. venne come cattolico e come ghibellino, assai poco come guelfo. In queste tesi, se è visibile, anzi confessata, l'influenza del Rossetti nell'idea Commedia-Vangelo, non manca quella del Foscolo nell'idea Dante-protagonista e, in contrasto con questa, quella del Gioberti che gli fa affermare che vera protagonista della Commedia è poi l'Idea. Il resto della sua lunga fatica di dantista è l'opera del chiosatore, non altrettanto interessante, ma spesso sagace e di gusto.
Bibl. - L. Miserocchi, Ravenna e ravennati nel sec. XIX, Ravenna 1927, 122; A. Vallone, M.F. dinanzi a D. fra Foscolo e Gioberti, in " Dialoghi " I-II (1963) 1-17.