EULA, Maurizio
Figlio di Francesco e di Anna Matteoda, nacquè a Savigliano (Cuneo) il 15 maggio 1806; non è noto dove compì gli studi di geometra e di ingegnere. Entrò quale volontario nel genio civile, dapprima nell'intendenza di Saluzzo e in seguito a Ivrea, dove era attivo il 31 genn. 1824. Una lettera di B. Brunati indica che operò con "distinto merito nell'arte del disegno" elaborando una "planimetria della città, ed adiacenze di Ivrea ... in chiaro scuro" (cfr. Arch. di Stato di Torino, Sez. riunite, Genio civile, Personale, E-F).
Sempre ad Ivrea disegnò "tipi e profili" per il progetto del ponte sulla Dora Baltea e per il nuovo attraversamento della città. Trasferito nel luglio 1825 ad Alessandria, con la qualifica di assistente di seconda classe del genio civile, vi rilevò la zona di San Salvatore, Castelletto e Lù Monferrato. Nel gennaio 1827 veniva inviato a Torino, sollevando le proteste del suo superiore ing. G. Negretti, che ne vantò l'abilità del disegno (ibid.).
Nel 1833 chiese di lasciare il genio civile date le difficoltà incontrate nell'esercizio della professione ed i pochi avanzamenti previsti ed ottenne il titolo di aiutante onorario. Si trasferì quindi a Savigliano per esercitare la libera professione che iniziò realizzando quello che è considerato il suo capolavoro: il teatro civico Milanollo (1834-1836).
Si tratta di un edificio, costruito usando parte dell'antico ospedale, che riprende le forme del torinese teatro Carignano. Nella facciata e soprattutto negli interni l'E. adottò lo stile carloalbertino, imperante in quegli anni. La sala del ridotto ed i palchi di proscenio sono adorni di motivi pompeiani, la struttura degli altri palchi è formata da cariatidi di fattura neoclassica con un ampio uso delle dorature. L'E. coordinò pure, per la realizzazione del teatro, l'attività di diversi artisti, tra cui i pittori P. Ayres, G. Brero e lo scultore G. V. Gardet (cfr. Olmo, 1972, pp. 38, 40).
L'E. fornì inoltre un importante contributo alla formazione del regolamento per il Consiglio d'ornato, uno dei punti qualificanti della politica urbanistica carloalbertina degli anni '30. Il lungo dibattito che ne derivò in Savigliano condusse alla approvazione nel 1842 sia del regolamento d'ornato sia del piano regolatore, progettato dall'E., che, fra il 13 ag. 1845 ed il 1850, fece parte del Consiglio d'ornato in qualità di architetto della città. Nel 1840 era stato inserito irroltre nell'elenco dei professionisti abilitati, negli Stati sardi, alla valutazione degli espropri per pubblica utilità (cfr. Arch. di Stato di Torino, Corte. Mat. econ. Strade e ponti, 1840, da ordinare).
Una delle opere urbanistiche in cui l'E. fu impegnato, per più anni, fu la progettazione della piazza d'armi, di cui esiste dettagliata relazione grafica e minuzioso calcolo dei lavori da eseguire, indice della severa formazione ricevuta negli anni di attività nel genio civile.
A quest'opera l'E. lavorò dal 1837, con più proposte; fu scelta infine l'area dei Prati di S. Francesco ma la piazza non venne realizzata per l'opposizione dei proprietari dei terreni della zona, malgrado gli apprezzamenti dell'ing. C. Mosca, che nel 1846 esaminò il progetto definitivo (cfr. Ibid., Corte. Paesi per A e B, Savigliano, mz. 29, n. 54).
L'E. contemporaneamente esercitò la libera professione. Infatti da una dichiarazione del consigliere comunale Rignone del 27 febbr. 1850 risulterebbe autore di numerosi lavori fra cui la casa Bocchis alla Sanità, il campanile dell'Assunta e il restauro della chiesa di S. Maria della Pieve (cfr. Savigliano, Arch. stor. com., Ordinati, 1850, ad Indicem). Dalla sua autodifesa (cfr. Il vero demerito di Maurizio Eula architetto alla Commissione d'ornato del Comune di Savigliano, 1850), inoltre, risulta autore dei rettilineamenti delle case Cesano e Castiglione. L'E. venne dimissionato, quale architetto del Consiglio d'ornato nell'aprile 1849, formalmente perché le regie patenti permettevano un solo turno di tre anni, in effetti perché si era duramente scontrato con alcuni elementi del Consiglio comunale che lo" accusavano di essersi servito del piano regolatore per progetti privati.
L'effettivo dimissionamento dell'E. avvenne il 27 febbr. 1850; egli rispose con l'opuscolo a stampa sopra citato in cui difendeva il suo operato. Secondo Bonino (1929) in seguito si sarebbe stabilito a Diano d'Alba, pur mantenendo la carica di consigliere comunale di Savighano sino al 1856 e intervenendo in particolare alla seduta del 27 ott. 1852 per i problemi relativi al piano regolatore ed all'inserimento della nascente ferrovia da Torino a Savigliano. Datata 12 maggio 1854, redatta a Diano d'Alba, è la Pianta regolare della porzione settentrionale del Piano regolatore pell'ampliazione e pell'abbellimento della città di Savigliano col progetto delle nuove opere d'ingrandimento occorrenti per la coordinazione dell'abitato colla stazione della ferrovia da Torino a Cuneo (presso l'Arch. stor. com. di Savigliano) con inserite le progettazioni di numerosi rettilineamenti e demolizioni per l'apertura di vie nel centro storico, oltre che il collegamento fra la città e la progettata stazione.
Il piano, che reca l'approvazione del ministro dei Lavori pubblici P. Paleocapa, contiene anche il progetto per il cimitero monumentale, non realizzato perché ritenuto troppo Costoso (cfr. Viglino Davico, 1973, p. 7). L'ultima progettazione dell'E. per Savigliano è la monumentale "Ala" (mercato coperto), una delle più belle del Piemonte, realizzata nel 1857 dal perito civico G. Trossarelli.
L'edificio, in mattoni a vista, è perfettamente coordinato con gli edifici circostanti e impone "alla piazza un ritmo figurativo ancor oggi riscontrabile" (ibid., p. 8).
L'E. si trasferì poi ad Alba, dove risultava residente al momento della morte avvenuta a Cremona il 19 sett. 1879. Dell'attività professionale svolta in quella città esiste soltanto un estimo per indennità dovuta (cfr. Alba, Arch. stor., Ordinati, 1862, p. 149).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Cremona, Registri di morte. Comune di Cremona 1879, Suppl. 2 al n. 326; Arch. di Stato di Torino, Corte. Paesi per A e B, Savigliano, mz. 29, n. 54; Ibid., Sez. riunite, Genio civile, Personale, E-F, cart. 33; Savigliano, Arch. stor. com., Liste di leva, 1806; Ibid., Teatro, 1834; Ibid., Piazza d'Armi, I (1834-1855); Ibid., Edilizia, vol. I, Ornato-Regolamento, Ordinati 1834-1850, ad Indicem; Ibid., Quadro consiglieri comunali; G. Casalis, Diz. geografico, storico statistico…, XIX, Torino 1849, p. 450; M. Bonino, in Miscell. artistica della prov. di Cuneo, I, Cuneo 1929, p. 10; A. Olmo, Il teatro di Milanollo di Savigliano, Savigliano 1972, pp. 24, 28, 31, 34 ss., 38, 40, 42; M. Viglino Davico, L'ala del mercato a Savigliano, Savigliano 1973, pp. 6-9; A. Olmo, Arte in Savigliano, Savigliano 1978, adIndicem.